La mia cena da Fatti di Luppolo, una delle hamburgerie più conosciute della provincia di Padova

Pubblicato il 14 marzo 2022

La mia cena da Fatti di Luppolo, una delle hamburgerie più conosciute della provincia di Padova

Nati come birreria grazie alla passione dei due giovani soci per il mondo della birra artigianale, Fatti di Luppolo è diventata in brevissimo tempo una delle hamburgerie più conosciute della provincia di Padova. Come hanno fatto? Sono certa che il segreto stia nei dettagli.


L'esperienza inizia già dall'accoglienza. Anzi, addirittura dal parcheggio, se vogliamo essere pignoli. Sono disponibili alcuni posteggi riservati ai clienti del locale, situato proprio di fianco al The Space Cinema di Limena, e già questa è una grandissima comodità che non tutti possono vantare. Prima di entrare dalla porta d'ingresso si passa attraverso la veranda esterna che, con temperature che lo permettono, viene utilizzata per aperitivi e cene estive. Non vedo l'ora.

Una delle caratteristiche che accomuna tutti i ragazzi che lavorano da Fatti di Luppolo è sicuramente la disponibilità. Con il loro sorriso, sin dal momento dell'accoglienza alla porta ti fanno sentire a casa. Il locale non è grandissimo ma dà l'impressione di essere molto spazioso, merito anche della disposizione dei tavoli molto distanziati tra loro. Nonostante il locale sia spesso al completo e, è difficile tornare a casa con il mal di testa. Anche la musica di sottofondo è piacevole e non fastidiosa - musica che adoro tra l’altro, che spazia tra tutte le sotto categorie del rock. Mi capita spessissimo di canticchiare tra un sorso di birra e l’altro.

Una volta accomodata al tavolo, la proprietaria Giorgia, nonché massima esperta di birra artigianale del locale, mi ha portato il menù accompagnato dalla carta delle birre e dai fuori menù. Ogni due settimane, infatti, escono un hamburger, una spianata e un dolce che non sono presenti nel menù. Inutile dire che sono talmente ricercati e particolari che la scelta ricade molto spesso sull'hamburger e sul dolce fuori menù. Provare per credere!


Oltre a sfogliare il menù cartaceo, puoi trovare le varie proposte anche nel loro sito web, dove sono ben segnalate le opzioni vegetariane - ricorda comunque che puoi sostituire il burger di carne con quello vegetale in qualunque panino, - quelle vegane e quelle senza glutine. Nel sito sono elencate anche le birre disponibili nel loro beershop, di cui alcune senza glutine, e alcuni distillati: rum, whisky ma soprattutto una vasta selezione di gin e di amari artigianali. Per la scelta del drink che fa al caso tuo, puoi anche sbirciare il beershop con i tuoi occhi oppure la lavagna con le birre alla spina disponibili.

La loro continua ricerca sugli ingredienti di qualità e sugli abbinamenti particolari e azzeccati gli permette di cambiare spesso il menù, in modo che i clienti possano provare sempre qualcosa di diverso. Prossimamente, forse già nel menù a cui stanno lavorando in questo periodo, arriverà anche un burger vegano e data la mia curiosità verso il mondo veg sono molto curiosa di assaggiarlo.

Dopo varie indecisioni e dopo aver cambiato idea almeno cinque volte, ci siamo decise a ordinare. In due è sempre più semplice, si riesce ad arrivare a compromessi per riuscire ad assaggiare più piatti. Abbiamo ordinato un Hamburger Pulled 3.0 con bocconcini di pulled pork fritti, cheddar, arachidi tostate, misticanza e mayonese affumicata e un Hamburger 'Nduja con formaggio cremoso, olive nere in pastella fritte, prosciutto crudo di Parma 24 mesi e salsa con 'nduja di Spilinga. Entrambi accompagnati da patatine fritte e con burger rigorosamente al sangue, come suggeriscono i ragazzi di Fatti di Luppolo. La corretta cottura degli ingredienti è uno dei loro punti forti, così come la qualità degli stessi. Si impegnano sempre a trovare materie prime eccellenti, come la carne della macelleria Beghin. In base alla stagionalità, per i loro panini utilizzano esclusivamente fassona piemontese oppure chianina IGP.

Da bere abbiamo ordinato la Tipopils del Birrificio Italiano, che ho scoperto essere la prima pils artigianale italiana, e La Stronza, la Session IPA di Birra Mastino - quella creata in collaborazione con Il Veneto Imbruttito, per intenderci. Per non farci mancare nulla, come antipasto abbiamo optato anche per le verdure fritte pastellate, che possono sembrare tristi rispetto ad altre proposte come gli stick di mozzarella, i filetti di pollo o di jalapenos, ma posso assicurare che sono favolose. Oltre ad essere fritte divinamente, cosa non scontata, trovi anche fiori di zucca e salvia. Un antipasto gustosissimo per iniziare al meglio la cena.


E poi finalmente sono arrivati loro, i protagonisti della serata. Belli da vedere, bellissimi e altrettanto invitanti, è difficile capire qual è la prima reazione che scaturiscono nelle persone: se morderlo subito o se fargli una foto. Già dal primo morso il Pulled 3.0, con i suoi irresistibili e fragranti bocconcini di pulled pork, risulta quasi cremoso e si capisce subito che il merito è della qualità degli ingredienti unita alla bravura del cuoco in cucina, Fabio, l'altro proprietario. Cremoso, azzardo a dire, grazie all'accoppiata pulled pork e burger al sangue: si sciolgono letteralmente in bocca. Sono inoltre convinta che cheddar e pulled pork siano delle anime gemelle che dovrebbero stare sempre insieme. Le arachidi tostate danno invece una svolta, contrastando la cremosità con il croccantino che risulta molto piacevole. Non essendo un’amante dell’affumicato ero un po’ intimorita dalla maionese affumicata, ma devo ammettere che era talmente leggera che non l’ho praticamente sentita. I gusti sono ben definiti e l'ho finito di gusto, senza sentirmi troppo appesantita - e con gli hamburger non è una cosa scontata.


Anche l'hamburger 'Nduja non è per niente male. La ‘nduja è stemperata in una salsa, pertanto il livello di piccantezza è minimo ed è quindi apprezzabile anche da chi non ama l’eccessivo piccante. A smorzare ulteriormente la percezione ci pensano il prosciutto crudo insieme al formaggio cremoso, dando addirittura una sensazione di freschezza. I sapori risultano ben bilanciati anche grazie alla croccantezza delle olive fritte.


Gli hamburger non risultano né troppo piccoli né esageratamente grandi, in modo da poter mangiare tranquillamente anche un antipasto, magari da dividere, e qualche patatina. Le patatine fritte sono l’ennesima conferma che i ragazzi di Fatti di Luppolo si impegnano al massimo per rendere perfetto ogni dettaglio. Adoro le patatine fritte ma non è facile trovarne di così fragranti e così buone. Bravi!

E poi che fai, non lo prendi il dolce? Lo sappiamo tutti che uno spazietto lo si trova sempre, inoltre è davvero difficile che non cada l’occhio sul tiramisù al Baileys. È il dolce più venduto da Fatti di Luppolo ma non sono ancora riuscita ad assaggiarlo. Il motivo è che spesso è sold out quando voglio ordinarlo, in ogni caso è facile farsi ammaliare dai dolci fuori menù.

D’altronde come è possibile resistere a una mousse al burro d'arachidi con caramello salato e cubetti di brownies al cioccolato, spolverato con dei mini cuoricini di zucchero? Brownies, tra l’altro, realizzati con cioccolata Lindt e Birra Rubaeus ai lamponi, mica bazzecole. E in effetti è davvero spettacolare: cremosissimo, come solo le mousse sanno essere, i sapori risultano delicati e non troppo dolci come ci si potrebbe aspettare. Abbiamo preso anche un tartufo bianco affogato in una delle new entry nella lista degli amari che puoi assaggiare da loro: l’amaro al tiramisù. I gusti si sposavano davvero bene, anche se mi aspettavo la consistenza dell’amaro un po’ più densa. Ma forse stavo solo pensando ancora al Baileys; mi sa che devo davvero mangiarlo quel tiramisù della casa.


 

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scritto da:

Samantha Capuzzo

Sono Samantha, meglio conosciuta come Sam di Magna Padova. Mi dicono da sempre che non faccio altro che pensare al cibo, così ho deciso che pensare al cibo sarebbe diventato il mio lavoro.

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