​Premiate da Slow Food le migliori Osterie d'Italia, tra piatti della tradizione e osti che la sanno lunga

Pubblicato il 17 ottobre 2024 alle 05:24

​Premiate da Slow Food le migliori Osterie d'Italia, tra piatti della tradizione e osti che la sanno lunga

Osti e ostesse sono il vero presidio del patrimonio gastronomico del nostro Paese.

L’amato “Sussidiario del mangiarbere all'italiana”, la nuova edizione di Osterie d'Italia 2025, “seleziona e racconta la migliore cucina di tradizione regionale in Italia”. 1917 sono i locali segnalati nell'edizione 2025: accanto alle osterie, ai ristoranti, alle enoteche con cucina e agli agriturismi, c'è una novità. Quest'anno infatti si è voluta inaugurare una sezione chiamata Locali Quotidiani, che raggruppa pastifici, pub, enoteche e gastronomie le cui caratteristiche - attenzione e aderenza al territorio, selezione di materie prime e un particolare stile di accoglienza attento alla convivialità - rientrano a tutti gli effetti nell'idea di osteria così come raccontata da Osterie d'Italia. 


Dei 1917 locali segnalati nella guida, sono 324 i locali premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola, dove la cucina è il frutto delle produzioni locali e di tradizioni gastronomiche consolidate nel tempo; il prezzo, poi, non deve andare oltre i 35/40 euro, vini esclusi, per un pasto di tre portate, bandite le leziosità. 

I premi speciali

Premio Novità dell'anno: Babeuf – Cagliari
Una perfetta espressione di locale quotidiano, che non si limita a "essere" di quartiere – ma il quartiere lo fa, lo vive e lo costruisce accogliendo in modo genuino, con piatti versatili, sempre buoni e attuali, e con un approccio al servizio contemporaneo, fresco e coinvolgente.

Premio Giovane dell'anno "Vittorio Fusari" Franciacorta: La ciottolona – Boccheggiano (GR)
Una cucina di carattere e identitaria, ma fortemente radicata: quella di Duccio Frullani è una scelta coraggiosa che parte dalla terra e dalla realtà di un piccolo borgo minerario. Con generosità e ingegno, Duccio ha messo a servizio del territorio il suo bagaglio di competenze, accumulate nelle varie esperienze professionali internazionali, per valorizzarne le materie prime e le storie dei suoi piccoli produttori.

Premio Coraggio: Osteria del Castello - Arquata del Tronto (AP)
Una vocazione di oste talmente forte, chiara e radicata da fronteggiare anche le avversità più impattanti, come quelle causate da un terremoto ma anche, se non soprattutto, dalle sue conseguenze: l'Osteria del Castello, con coraggio e ostinazione, continua a fare accoglienza di grande qualità anche in un contesto che accogliente non lo è stato, per tanto tempo, neanche per i suoi stessi abitanti.

Premio Interpretazione della cucina regionale: Entrà - Finale Emilia (MO)
Accanto a contaminazioni con altre cucine o accenti creativi, di carattere, vi sono interpretazioni fedeli e autentiche che si affermano come archetipo della cultura gastronomica di territorio. Una cucina emiliana precisa, eseguita magistralmente, che più esprime e rappresenta il territorio in cui è immersa.

Premio Dispensa in osteria: La Stella – Meduno (PN)
Definire se la tradizione influenza la dispensa o la dispensa influenza la tradizione è un dilemma pari a quello dell'uovo e della gallina: alla Stella di Meduno lo si risolve in una scelta molto precisa, ovvero l'impiego di carni provenienti da soli animali da cortile. I ricchi ragù, i condimenti e i secondi in tecia sono un racconto fedele e autentico del territorio e del ricettario locale.


Premio Piatto dell'anno: la zuppa di legumi, raccontata dalle sue migliori espressioni al Nord, Centro e Sud Italia
Pasta e fasoi dell'Antica trattoria Bellinazzo - Villa Bartolomea (VR)

Zuppa di Slow Beans di Nonno Cianco – Cutigliano (PT)

Zuppa tradizionale di fagioli e scarole con fagiolo dente di morto di Acerra di Taverna a Santa Chiara - Napoli

Premio Vino in osteria: Menabò vino e cucina – Roma
Una selezione di vini non si distingue solo per l'ampiezza o per le perle che nasconde: da Menabò ogni bottiglia ha una sua storia, e portarle in tavola con consigli sapienti e gentili è senza dubbio una capacità unica per creare un ponte tra il ristorante e la vigna, ma anche tra cucina e cantina.

Premio Birra in osteria: Arrogant Pub – Reggio Emilia
In pochi hanno costruito intorno alla birra artigianale, alla sua promozione e al suo racconto il senso stesso della propria esistenza. E se all'inizio poteva sembrare naturale, trattandosi di un locale che nasce come pub, con il passare del tempo il rapporto tra cibo e birra si è fatto sempre più nitido, portando l'Arrogant a diventare non solo un'osteria a tutti gli effetti, ma anche un luogo che più di chiunque altro dimostra che la birra può essere l'accompagnamento perfetto per i grandi prodotti dei nostri territori e i piatti della nostra tradizione. Un esempio di sperimentazione informale, di piacere e di scoperta.

Premio Bere Bene: Il Michelaccio - Genova
In continuità con l'ampia selezione di vini naturali, la proposta delle bevande del Michelaccio si articola in maniera originale e ragionata, includendo sapienti interpretazioni di cocktail con spiriti naturali e un interessante assortimento di amari, liquori e distillati a fine pasto, ma anche succhi analcolici, in grado di offrire un'esperienza a tutto pasto variegata e inclusiva.

Premio Oste dell'anno: Boivin - Levico Terme (TN)
Quello di Boivin è un ritmo scandito dalla gentilezza, dalla guida delicata e rassicurante di un oste che accoglie con discrezione, che si fa narratore della tavola e del territorio con voce autorevole ma mai protagonista, e invita a una lentezza comunque vivace, briosa e diffusa in tutta la sala.

Menzione speciale per l'Osteria Boccondivino di Bra che compirà 40 anni e che è nata insieme a Slow Food.
Tutte le Chiocciole di Osterie d’Italia 2025, regione per regione
 

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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