​Green Pass, cosa prevederebbe la via italiana all'uso allargato

Pubblicato il 16 luglio 2021 alle 10:55

​Green Pass, cosa prevederebbe la via italiana all'uso allargato

Un utilizzo diffuso del pass infatti eviterebbe il ricorso a misure più restrittive. Ma di cosa si tratta?

Si tratterebbe di un ​Green Pass che potrebbe andare di pari passo con l’andamento dei contagi Covid. Se la curva aumenterà, allora anche il certificato verde dovrà essere mostrato in più occasioni fino a dover approdare, nella peggiore delle ipotesi, nei bar e nei ristoranti. Alla francese, per intenderci, dove l’obbligo del certificato è stato esteso per incentivare i cittadini a vaccinarsi, e serve per andare al bar, al ristorante, al cinema, a teatro e per assistere a spettacoli e prendere treni e aerei.

Aldilà delle tante polemiche che si stanno delineando, di una maggioranza politica spaccata sull’argomento, tanto per cambiare, saranno i dati a decidere cosa fare. Spiega l’Ansa: “Un utilizzo diffuso del pass eviterebbe il ricorso a misure più restrittive. Su questo fronte, avanza l'ipotesi di un maggior peso dell'Rt ospedaliero - 30% delle terapie intensive e 40% dei ricoveri ordinari - sui profili di rischio da assegnare alle regioni. I provvedimenti che scaturiranno dal confronto su questi temi confluiranno nel 'decreto emergenza' del Governo previsto entro fine luglio, dove dovrebbe essere prevista anche la proroga dello stato di emergenza, che al momento termina il 31 luglio. Due sono le ipotesi, al momento, della sua prossima scadenza: fine ottobre oppure fine dicembre”.

Ma cosa cambierebbe?

Il pass servirebbe anche per entrare in bar, ristoranti, palestre, centri sportivi, ospedali come visitatori, case di cura per anziani, centri commerciali, centri sociali e per salire su treni, pullman e aerei (ma non per i mezzi pubblici).

La eventuale decisione sull'obbligatorietà del Green Pass al ristorante riguarderebbe due italiani su tre (66%) che in vacanza vanno a mangiare principalmente in ristoranti, pizzerie, pub e agriturismi, fa intanto sapere un'analisi di Coldiretti in merito al dibattito in corso. La decisione interessa direttamente circa 360 mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi lungo tutta la Penisola con oltre 7 milioni di posti al tavolo.

Comprensibile una certa “agitazione” a riguardo, soprattutto, ma come dovrebbero controllare i ristoratori se abbiamo il Green Pass? Serve dotarsi di un lettore e andare incontro a ulteriori spese? O va bene anche cartaceo? E se cartaceo, saremo certi della sua autenticità? E per i minori, come ci si comporta? Tante le domande sul tavolo.

Il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri spiega così ciò che potrebbe succedere: “Non dico che debba servire per andare al ristorante, ma se a un certo punto dovessimo arrivare a 30mila contagi con gli ospedali che vanno in difficoltà a quel punto cosa faccio metto le restrizioni per i bar e per i ristoranti oppure dico lasciamoli aperti in sicurezza? È chiaro che il ​Green Pass offre un’occasione in questo senso”. Ma lo si vedrà nelle prossime settimane.

Per ora la valutazione in corso sta evidenziando molti limiti. Ad esempio ci si chiede: “Se si va a cena con i figli dai 12 anni in su non vaccinati, bisogna fare il tampone?”. Per questo i 5Stelle della commissione Affari sociali ne approfittano per ribadire ancora una volta che se dovesse essere adottato il modello francese, anche in Italia dovranno essere garantiti i tamponi gratuiti.

Alla prossima puntata…

Foto di copertina di Kevin Grieve on Unsplash

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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