7 cose che voglio vedere nella mia gita domenicale a Dolo

Pubblicato il 24 ottobre 2020

7 cose che voglio vedere nella mia gita domenicale a Dolo

Come passare i weekend a Mestre in questi anni da studentessa fuori sede è sempre stato uno dei miei rompicapo preferiti. Per quanto Piazza Ferretto e Parco San Giuliano possano essere due valide proposte stavo cercando qualcosa di alternativo da organizzare e proporre ai miei coinquilini. Ho deciso di cambiare prospettiva e di non limitarmi considerando solo Mestre o Venezia, così parlandone con amici sono venuta a conoscenza della Riviera del Brenta, zona conosciuta per le bellissime ville venete, e in particolare di Dolo che da Mestre non è troppo lontano ed è diventato il luogo designato per la mia prossima gita domenicale.

La Street Art

Ho convinto la mia coinquilina, che frequenta l’Accademia di Belle Arti a Venezia, ad accompagnarmi quando le ho parlato dell’IDoLove. Si tratta di un festival di Street Art che viene organizzato a Dolo da diversi anni e ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale. Il paese è diventato un vero e proprio museo d'arte a cielo aperto, infatti, è costellato di opere che lo punteggiano nei punti più inaspettati, che io e la mia prima compagna di viaggio andremo a cercare uno per uno.

Il Duomo di San Rocco e il campanile


L’altro coinquilino è stato più difficile da convincere. Studente di architettura allo IUAV ha acconsentito a questa scampagnata solo quando gli ho citato, testuali parole, “il senso di solidità che è in perfetta armonia coi capitelli corinzi e il resto barocco” del Duomo dedicato a San Rocco, eretto tra il 1770 e il 1776. Ma c’è voluto il campanile per farlo cedere del tutto, che coi suoi 82,27 metri di altezza risulta secondo solo a quello di San Marco a Venezia, dal quale riprende lo stile. Secondo le mie fonti, previo accordo con il Parroco, si può salire fino alla cella campanaria e ammirare la Riviera del Brenta dall’alto.

Ex Macello comunale

Dovete sapere che la mia coinquilina, oltre ad essere appassionata d’arte, è anche animalista. Proprio per questo lei più di tutti sarà contenta di sapere che il Macello della metà dell’800, edificio in stile neoclassico adibito a luogo per macellare e lavorare le carni, oggi non è più funzionante e viene utilizzato per ospitare mostre e congressi. Composto da due sale principali, due più piccole, e anche da un portico con colonne di ordine tuscanico, è stato ristrutturato negli anni ‘70 e si trova nel punto in cui si riuniscono i due rami del Naviglio del Brenta.

Lo Squero


Ed ecco lo scorcio che più di tutti ricorda Venezia. Lo squero nel centro storico di Dolo è l’unico di tutta la Riviera del Brenta ed è una costruzione costituita da dieci pilastri in mattoni che sorreggono un tetto a capanna. Anticamente era un cantiere coperto in cui venivano ospitate e riparate le barche, che erano trainate controcorrente lungo il fiume da dei cavalli (questo la mia coinquilina non deve per forza saperlo).

L’isola del Maltempo

Ho deciso che la mia gita terrà conto delle condizioni meteorologiche, visto che l’itinerario prevede la visita alla parte più antica di Dolo: l’Isola Bassa o Isola del Maltempo. Il nome non è casuale ma viene chiamata così perché, trovandosi tra i due rami del Brenta, era spesso soggetta a isolamento e inondazioni dovute al maltempo, che modificava l’alveo del fiume.

I Molini

Se durante il percorso ci venisse fame o sete la zona giusta per una pausa è quella in cui si trovano i mulini ad acqua costruiti nel 1551. Inizialmente con quattro ruote, vennero ampliati due anni dopo con ruote aggiuntive dalla parte di Cà Dandolo e dal lato del sistema di chiuse della conca (o “Porte del Dolo”), dove venivano pagati i dazi sulle merci. Erano una risorsa economica fondamentale per la Serenissima e per secoli sono stati gestiti da grandi famiglie nobiliari. Oggi non sono più funzionanti, ma permane quel fascino tipico dei luoghi che hanno fatto la storia.

Villa Fini


La parte dei viaggi che preferisco è senza dubbio il pranzo. Per non parlare poi di quello che ci aspetta a Villa Fini: una location affascinante, un edificio storico con una facciata in cui capeggia un ampio timpano assieme alle finestre archivoltate, una costruzione che ha subito un recente restauro. L’hanno adibita a ristorante specializzato in piatti di terra, ma anche di mare. Gli ingredienti usati in cucina tengono sempre conto della stagionalità, infatti in questo periodo la star è il pregiato tartufo bianco, presente anche nel nuovo menu degustazione (Tel Villa Fini: 0415289449)


Foto di copertina da Flickr CC BY-ND 2.0

  • ANDARE PER BORGHI

scritto da:

Alice Burato

Un nome e un destino: vivere nel Paese delle Meraviglie. Amo la pasta alla carbonara, l'odore delle pagine dei libri mentre li sfoglio e giocare a tennis quando ho bisogno di staccare la spina. La mia attività preferita? Cercare nuovi ristoranti da provare.

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