Gli storici giapponesi di Milano: quelli che preparavano il sushi quando tu ancora non sapevi tenere le bacchette in mano

Pubblicato il 7 febbraio 2019

Gli storici giapponesi di Milano: quelli che preparavano il sushi quando tu ancora non sapevi tenere le bacchette in mano

Riso e pesce. Il sushi è sempre più apprezzato in Italia, e Milano si piazza a primi posto in termini di consumo. Il merito è anche l’esplosione in questi anni delle consegne a domicilio. Secondo una ricerca di Just Eat, basata su un campione di 12mila utenti, in 10 città italiane, in media sotto la Madonnina vengono ordinati 13mila chili di uramaki e 7mila di nigiri, i due piatti più in voga. L’amore per la cucina nipponica, insomma, è quasi universale anche a Milano. Scopriamo quali sono i sushi restaurant “storici” a Milano e in quali si deve assolutamente prenotare una cena, con la salsa di soia e le bacchette a portata di mano.

Dal 1992 in via Adige

Il Taiyo è una questione di famiglia. A Milano ci sono due ristoranti, quello di via Adige ha aperto nel 1992, a seguire l’altra elegante location in viale Monza, quando ancora il sushi non andava così di moda. Ambiente di design, a pranzo il business lunch si fa dinamico: un piatto principale e due contorni a scelta. La sera si cena alla carta, da assaggiare i roll speciali, come quelli preparati con granchio reale, oppure i Sammy Roll, con salmone e mango.

Tra i primi a Milano

Quando il pesce crudo ancora faceva inorridire i più, Poporoya c’era. Minuscolo sushi bar in via Eustachi, è oggi un’istituzione consolidata per mangiare dell’ottimo sushi che piace sia a consumatori di uramaki consolidati che neo estimatori di salmone crudo e riso. Da non perdere anche la zuppa di miso e le pietanze a base di tofu. Il sito internet parla chiaro: “Il primo sushi bar di Milano”. Per gli appassionati del genere è una tappa imprescindibile. Anche con servizio take away.

Il primo di tre

Il Kanji Fusion, in via Filzi, è stato il primo dei tre Kanji ad aprire, nell’aprile del 2010. A seguire il Kanji Evo e il Kanji Light. Ambiente elegante, con particolari in marmo e ferro, il ristorante ospita fino a 70 persone. La carta propone sushi e sashimi ma anche specialità fusion che strizzano l’occhio alla cucina giapponese. Ogni mese ci sono tre piatti sempre nuovi, così sei certo di poter assaggiare qualcosa di diverso ad ogni cena. La formula è all-you-can-eat ma senza rinunciare alla qualità. La tradizione è quella di famiglia che inizia nel 1998.

Il primo sushi che paghi con i follower

Da mille e 5mila follower e si ottiene un piatto gratuito. Da ottobre dello scorso anno, This is not a sushi bar, in via Lazzaro Papi, accetta i follower su Instagram come mezzo di pagamento. A seconda dalla quantità di seguaci, dopo aver consumato il pasto, ci si presenta in cassa con un post e tanto di hashtag e il gioco è fatto. Più follower si hanno, meno piatti si pagano. Un influencer, in pratica, cena gratis!

Il primo negozio di wagashi

Oasi Giapponese, chiudiamo il tour in Montecuccoli, a Primaticcio, è il primo negozio a Milano di wagashi, ossia i tipici dolci giapponesi. All’inizio le due proprietarie giapponesi si dedicavano solo al sushi d’asporto e bento box. Oggi il ristorante accoglie 30 coperti, clima familiare, tra i tavoli i clienti leggono manga giapponesi, sorseggiando con tranquillità il tè verde. Sushi ma non solo, qui si può gustare l’autentica cucina giapponese.

Foto di copertina dalla pagina fb di Kanji Milano

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scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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