H2 NO, l’oasi veneziana della birra con Davide e Mariangela

Pubblicato il 10 agosto 2020

H2 NO, l’oasi veneziana della birra con Davide e Mariangela

C’è sempre bisogno di una bella birra. Anche buona, però. In effetti, anche se il caldo non c’è, e l’afa è solo un ricordo, una buona birra resta buona lo stesso. Così, ricordandomi che non tutte le birre sono uguali, mi piace farmi consigliare da chi se ne intende veramente. A Venezia, mi affido a occhi chiusi a Davide e Mariangela di H2 NO in Campo San Silvestro, a pochi metri da Rialto. In questo locale la differenza non la fa solo la competenza e la conoscenza di malti, luppoli, fermentazioni o aromi, ma soprattutto la passione. Gli osti con la passione, la birra (come tutto il resto), la amano e te la raccontano, non te la vendono solamente.



E allora eccomi da H2 NO, il pub-osteria che unisce la storia veneziana con il piacere per la bevanda schiumosa e dissetante. Appena ho una - indovinate cosa - davanti a me, possiamo cominciare.

Salute! È passato quasi un anno dalla vostra scelta di puntare sempre di più sulla birra. Come sta andando?

Mariangela: Salute! Sta andando bene e devo dire che siamo felici della nostra scelta di seguire un progetto un po’ diverso dal solito, almeno qui a Venezia. All’inizio ci siamo mossi con prudenza e volevamo tentare almeno una spina di birra “commerciale”, una di quelle a cui tutti siamo abituati. Ma poi abbiamo capito che se volevamo fare un passo in più, dovevamo toglierla.

Davide: Per andare oltre la birra “normale” bisognava rilanciare e proporre ai nostri clienti, qualcosa di diverso, magari non troppo sperimentale, ma di qualità. Non voglio dire che possiamo dire “addio al birrino” senza nome, ma ci siamo quasi.

Complimenti. Quindi anche i più duri e puri dell’ombra si stanno convertendo?

Davide: Non esageriamo. Rimaniamo sempre in una zona dove il vino la fa da padrone, in una città in cui il vino è sempre amatissimo, in una regione che produce grandi vini e in un paese che di certo è uno delle roccaforti del vino di qualità. Ma noi, nel nostro piccolo, siamo un oasi della birra in un mare di vino. (Da H2 NO si possono comunque trovare ottimi vini selezionati, ndr).

Mariangela: Per esempio, abbiamo un cliente che beveva sempre Malvasia. Un giorno ho provato a dirgli: “E se questa volta ti facessi provare una birra che ricorda alcuni sentori della Malvasia?”. Ha detto sì, gli ho consigliato una birra di Cadice con profumi di camomilla e adesso - qualche volta - prende anche la birra. Lo abbiamo “educato” (sorride ironicamente, ndr).

Le vostre birre cambiano sempre.

Davide: Ci piace scoprire birre ogni volta nuove e proporle ai nostri clienti. Scegliamo in base alla qualità, ma abbiamo deciso di tenere sempre una spina dedicata a una birra più audace, per chi vuole provare qualcosa veramente di nuovo e diverso, particolare. Abbiamo ospitato per un periodo una birra belga acida Bourgogne. (Ridendo, ndr) Per alcuni non era nemmeno birra.

La passione prima di tutto, ma anche i buoni consigli.

Mariangela: Noi prima di tutto siamo appassionati. Nessuno nasce già con tutte le conoscenze, così ci piace imparare un po’ per volta in modo da trasmettere la nostra passione e la nostra competenza anche a chi viene da noi.

Davide: Allo stesso tempo abbiamo fatto amicizia - proprio perché anche loro hanno riconosciuto il nostro amore e impegno nel mondo della birra -  con due esperti conoscitori del settore, Walter e Davide, che ci consigliano birre poco frequentate, eccellenze nascoste e ci segnalano la disponibilità di chicche imperdibili. E noi ripaghiamo la loro fiducia come i nostri clienti si fidano dei nostri consigli. È un bel circolo virtuoso. D’altra parte, in Italia siamo ancora molto indietro sulla conoscenza del mondo della birra rispetto ad altre nazioni, in particolare del Nord Europa.

Qual è il vostro obiettivo?

Davide: Vogliamo trasmettere l’idea che ci teniamo molto a fare le cose per bene. La preparazione giusta, un servizio attento, il bicchiere adatto a ogni birra e tanto lavoro. Ovviamente vale non solo per la birra. Mancherebbe solo il passaggio definitivo a pub… Nel frattempo già teniamo aperto più a lungo la sera, prepariamo sempre più hamburger e panini e continuano a pensare attività tipiche di questi locali.

Anche se le circostanze del momento impongono delle limitazioni, H2 NO rimane sempre il luogo della convivialità.

Davide: Certamente. Nei limiti delle linee guida attuali per la sicurezza di tutti, pensiamo sempre a eventi che incentivino la condivisione, dai tornei di freccette e calcio balilla ai nostri concerti (il plateatico in campo è ampio e caratteristico), ma trasmettiamo anche tutte le partite di calcio e poi di rugby e di basket.

Però i vostri cicchetti rimangono.

Mariangela: Impossibile rinunciare ai cicchetti e ai Francobolli che prepara Davide. Ogni giorno si inventa qualcosa di nuovo a partire dalle disponibilità del mercato. Il sabato poi, si sbizzarrisce. Abbiamo sempre una proposta vegana, una gluten free e abbinamenti audaci con salse nuove o con la frutta, per esempio.

Davide: Odio la monotonia. Mi piace cambiare, anche rivisitando i cicchetti della tradizione. Ad esempio, il musetto lo posso fare sgrassato, passato in una pastella di birra rossa doppio malto poi nella polenta prima di essere fritto. Ma vale lo stesso per tutte le rivisitazioni dei fiori di zucca ripieni, per il baccalà, per il gambero in saòr con cappuccio rosso. Siamo fatti così, facciamo attenzione ai dettagli e ci piace provare sempre cose nuove.

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Giacomo Pistolato

Cinefilo e gattofilo, mi piace scrivere e osservare. Vivo e scelgo Venezia, quasi tutti i giorni. Non amo le contraddizioni. O forse si.

IN QUESTO ARTICOLO
  • H2 NO

    Rio Terà S. Leonardo 1815, Venezia (VE)

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