​Intervista alle sorelle Poiani e a Stefania Zanuso di Ristorante Vignal

Pubblicato il 3 settembre 2018

​Intervista alle sorelle Poiani e a Stefania Zanuso di Ristorante Vignal

Management e proprietà al femminile, un’impronta calda e di classe, la relazione al primo posto: questo è il volto umano di Ristorante Vignal di Castel D’Azzano, all’interno di Hotel Villa Malaspina e parte del gruppo alberghiero tutto veronese C.P. Hotels. Perché se il business è una scienza, il carattere è la variabile naturale che le sorelle Barbara e Francesca Poiani esercitano con passione, affiancate nella direzione da Stefania Zanuso, e una chiacchierata con queste manager e imprenditrici si trasforma non solo in un ottimo pranzo di lavoro, ma in un momento di scambio genuino e prezioso.

Che atmosfera si respira in Ristorante Vignal?  

Stefania Zanuso: L’ambiente del Ristorante Vignal ha un’eleganza d’altri tempi che va sdrammatizzata perché chiunque si senta a proprio agio, il cliente è accolto dal nostro maître Roberto e dagli altri colleghi dello staff con un benvenuto estremamente caloroso, che genera un impatto di grande curiosità.

Qual è oggi la maggiore sfida per un ristorante all’interno di un contesto alberghiero?

Stefania Zanuso: Diversamente da quanto accade all’estero, in Italia c’è una mentalità molto diffusa secondo cui i ristoranti degli hotel non sono al livello di un ristornate comune, la nostra sfida è questa: il Ristorante Vignal è aperto al pubblico esterno e pensa al cliente esterno, il nostro chef Aldo Orlandi mette tutto il suo talento in questo. Il ristorante è un valore aggiunto per l’hotel e un suo punto di forza, chi è ospite dell’hotel e mangia al ristorante lascia sempre ottime recensioni.

Il ristorante fa dunque parte di un gruppo?  

Stefania Zanuso: Hotel Villa Malaspina nasce da un sogno dell’architetto Claudio Poiani, di creare e diversificare ospitalità nel territorio veronese; attualmente, oltre al ristorante, le nostre strutture sono tre. La parte alberghiera è predominante nel business ma il ristorante si inserisce a supporto generando un mutuo interscambio.

Da dove nasce la struttura di Hotel Villa Malaspina?

Francesca Poiani: Mio padre era un architetto e imprenditore, con la prima struttura alberghiera iniziò per caso, poi si appassionò e ingrandì il business. L’acquisto e la ristrutturazione di Villa Malaspina è stata la realizzazione del suo sogno più grande, era una vecchia villa storica nel suo amatissimo paese d’origine, ci veniva a giocare da piccolo, io e tutti i bambini del posto prendevamo lezioni dall’insegnante di pianoforte che abitava qui. L’inaugurazione è stata nel 2005 e i lavori sono stati documentati anche in un libro, l’edificio era fatiscente la ristrutturazione è stata importante, il più conservativa e rispettosa possibile.

Quali sono i vostri ruoli?

Barbara Poiani: Io ho sempre lavorato con mio padre, sia nello studio di architettura che nel settore alberghiero, oggi ho tutte le competenze dal punto di vista amministrativo e finanziario.
Francesca Poiani: Io venivo da un ambiente completamente diverso, oggi mi occupo di ufficio acquisti e personale.
Stefania Zanuso: L’organigramma aziendale è molto semplice, io faccio parte del management e mi occupo della parte commerciale e marketing.

Ambiente elegante e cucina curata si rispecchiano?  

Barbara Poiani: Sì, assolutamente e sono perfettamente in sintonia, Hotel Villa Malaspina e Ristorante Vignal sono unici per eleganza, romanticismo e charme.

Cosa apprezza di più la vostra clientela?  

Stefania Zanuso: Nel ristorante principalmente la capacità di fare accoglienza. La parte qualitativa è eccellente, i piatti e i gusti sono inediti, lo chef Aldo Orlandi ha un tocco creativo che è diverso e mai banale. L’hotel è una struttura dove si respira il sapore di un tempo, che mantiene le caratteristiche della villa di campagna con arredamenti nella tradizione del territorio e questo ci viene sottolineato spesso, è uno stile elegante e classico dove si sta bene, una combinazione che non è così comune.

Sposarsi qui: è possibile?

Stefania Zanuso: Certo ed è un’esperienza stupenda! Gli sposini vengono coccolati dall’inizio alla fine, sono assistiti da Federica degli eventi e dal nostro maître Roberto, che fanno tantissime domande per interpretare i desideri della coppia e capire come comporre il matrimonio: non c’è un pacchetto standard, c’è ascolto, e poi si elabora un preventivo ad hoc fatto come un vestito su misura. Inoltre, omaggiamo la prima notte nella stanza della torretta, una cosa molto particolare.

C’è una certa immagine al femminile, un accento nello stile di accoglienza che pervade la vostra offerta?  

Francesca Poiani: La cucina è forse l’area più maschile della ristorazione, siamo consapevoli delle nostre competenze e di quelle in cui invece ci dobbiamo affidare, ma lo staff mantiene comunque la nostra impronta. Facciamo un costante lavoro di crescita sul personale, c’è molto da costruire, non molliamo mai! C’è un presidio e un intervento immediato, ogni mattina per prima cosa leggiamo cosa dicono i clienti di noi.

Il vostro piatto preferito fra quelli del ristorante?  

Stefania Zanuso: Lo chef Aldo Orlandi prepara dei risotti davvero speciali, il mio preferito è “Riso Melotti essiccato sull’aia con gamberi e crema d’arancio”.
Francesca Poiani: Io sto sul classico, il mio preferito è “Gnocchetti di ricotta al tartufo nero della Lessinia”.
Barbara Poiani: “Millefoglie di pane carasau con zucchine novelle, loro fiori, stracchino e acciughe del Cantabrico”.

Qual è il vostro obiettivo di lavoro più ambizioso?

Stefania Zanuso: Il mio primo obiettivo è far diventare C.P. Hotels uno dei riferimenti nella provincia di Verona e non manca tanto, in questi tre anni abbiamo fatto passi da gigante! La proprietà mi dà fiducia nelle decisioni strategiche, questo fa loro onore perché è un caso rarissimo nelle aziende italiane, e soprattutto venete.
Francesca e Barbara Poiani: Sosteniamo Stefania nel suo obiettivo e siamo certe che insieme lo raggiungeremo.
 
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scritto da:

Camilla Cortese

Due lauree, otto redazioni, sette lavori, un licenziamento, due romanzi. Una casa, due gatti, trenta piante, milioni di parole. Del più brutto libro della storia salvo il titolo: Mangia (tutto), prega (la tua psiche), ama (te stesso e chi lo merita).

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