5 ristoranti di Milano dove mangiare la cotoletta

Pubblicato il 21 gennaio 2016

5 ristoranti di Milano dove mangiare la cotoletta

Avviso ai naviganti: ho evitato accuratamente di intitolare quest’articolo “dove mangiare la cotoletta alla milanese” perché su quale sia la vera cotoletta alla milanese si potrebbe scatenare una diatriba da cui non uscirei viva. Scomodando la letteratura, pare che la descrizione corretta sia: “La vera cotoletta alla milanese è una costoletta con l’osso tagliata tra la prima e la sesta di una lombata di vitello da latte […] e lo spessore deve essere di tre o quattro centimetri” (cit. Silvia Tropea Montagnosi, storica della gastronomia).
Ora, non so cosa ne pensi tu, ma che la cotoletta sia di vitello, di maiale, di manzo, alta, bassa, con l’osso, senza, fritta nell’olio, nel burro, nello strutto o nella sugna, a me poco importa: quello che mi interessa è il gusto. Anzi, chiamatemi profana, ma non disdegno un tocco di originalità. Dove mi piace mangiarla? Questi 5 indirizzi sono tra i miei preferiti.

Sottilissima e gigante

La cotoletta de La Dogana del Buongusto mi piace per due ragioni: la prima è la panatura, croccante e asciutta. La seconda è lo spessore, sottilissima. Quando me l’hanno portata non credevo ai miei occhi e ho pensato: non riuscirò mai a finirla! Inutile che ti dica che il pensiero è stato subito smentito dai fatti. La cotoletta non è la sola cosa che ti stupirà di questo ristorante: il menu, infatti, è italiano con qualche incursione nella cucina finlandese, dal momento che i proprietari sono in parte di origine finlandese. A proposito di proprietari, un altro motivo per tornare qui più e più volte è la gentilezza del personale, un’accoglienza e una professionalità che, unite all’ottimo cibo, lo rendono un posto da annotare in agenda.

Con l’aggiunta di frutta secca e agrumi

Un posto dove la cotoletta brilla per originalità è l’Anche Ristorante, dove infatti è chiamata “sbagliata”. È proposta in due versioni: con aggiunta di pistacchi e lime oppure con mandorle e arancia. La panatura è croccante e asciutta e l’abbinamento con la frutta la rende davvero particolare. Viene servita accompagnata da ottime patate al forno. Potete scegliere tra due size: quella normale per grandi appetiti o quella mini che vi sazierà comunque alla grande. Le altre proposte del menu sono altrettanto originali: io non rinuncio mai alla pasta alla Norma con polpettine di melanzane, un modo alternativo di prepararla. Il menu cambia in base alla stagione: vale la pena venire qui a intervalli regolari per provare tutte le specialità del momento.

In un contesto d’altri tempi

Mangiare a L’altra Isola è un’esperienza a dir poco alternativa: il locale è proprio una trattoria milanese d’altri tempi nell’arredo e nell’atmosfera. Situato in una viuzza nascosta in quella che probabilmente era una cascina, è gestito da un signore un po’ scostante che parla prevalentemente in milanese, e non è infrequente trovarci qualche personaggio rappresentativo della storia meneghina (la settimana scorsa ci ho incontrato Renato Pozzetto, amico del proprietario, giusto per farti capire il livello di milanesità del luogo). La cotoletta è con l’osso, servita con ottime patate di contorno.

Con rucola e pomidoro pachino

Locale storico famoso prevalentemente per la cotoletta è Da Martino, una trattoria senza pretese con pochi e ravvicinati tavoli dove deliziarsi con una delle cotolette migliori della città. Rigorosamente con l’osso, viene servita vestita di pomidoro pachino e rucola. Croccante, dorata, dall’ottima panatura fritta nell’olio. Il locale non brilla per ambiente e attenzione ai dettagli, ma per chi cerca la vera cotoletta è il posto ideale.

Impossibile da finire

Si narra che nemmeno Homer Simpson sia riuscito a mangiarla tutta: parlo della cotoletta di Al Garghet, così grande che pare impossibile da terminare. Sottile, fritta perfettamente, arricchita con un trito di pomidoro. Il locale, diviso in diverse sale, ciascuna con il proprio nome, è molto curato, romantico, ideale per una cena a due o per un’occasione speciale. Il menu è scritto a mano su carta da quaderno e c’è un bellissimo giardino. L’atmosfera diventa ancora più speciale sotto le feste, con tanti addobbi natalizi e il camino vestito a festa.

In copertina: La Dogana del Buongusto, foto presa dal sito
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scritto da:

Francesca Baldrighi

Prendi una pubblicitaria milanese che ha studiato in Bocconi, dalle un diploma da Sommelier e uno da Pasticcera, shakera il tutto insieme a una buona dose d’ironia e otterrai una blogger che racconta esperienze di cibo e vino sulla piazza meneghina. Caotica? No, eclettica!

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