Tutti i motivi per cui vale la pena andare alla Plip

Pubblicato il 5 aprile 2016

Tutti i motivi per cui vale la pena andare alla Plip

L'ultima creazione della cucina? Le sepioline con crema di patate e gelato di vongole. La Plip è così: si chiama "osteria" ma ha una carta da fare invidia ai blasonati, eppure continua a prendersi alla leggera. E va bene così.

Cosa si mangia:

Il menu si divide in tre macro-aree: vegetariano/vegano, carne, pesce. L'idea è quella di selezionare ingredienti di qualità, possibilmente del territorio, possibilmente biologici e addirittura biodinamici. L'altra idea è quella per cui chi sta in cucina possa sbizzarrirsi senza freni e chi sta seduto in sala se la goda parecchio. Da non perdere: i rigatoni di grano antico con pistacchio di Bronte e pepe Penja, la tartare della casa.

I Burger:

Una parte del menu è dedicata agli snack, anche se "snack" è un concetto un po' riduttivo per la pizza fritta fatta in casa con le farine Agugiaro, la bufala d.o.p. e pelati bio conditi. Ma l'eccesso di salivazione ce lo dà la carta dei burger: 7, manco a dirlo tutti con il pane fatto in casa. Eccoli.

- Plip Burger, con carne di agnello, manzo, maiale, insieme a verdura, cipolla, scamorza affumicata e guanciale di Sauris con maionese di paprika affumicata.
- Fish Burger, con tonno, maionese alle acciughe e datterini confit.
- Chic Burger, con tartare di Chianina, tartufo nero estivo, burrata, valeriana, aceto di birra, e frittatina.
- Bacon Burger Invertito: la carne al posto del pane e viceversa.
- Norma Burger (solo d'estate) con melanzane pastellate, pomodori datterini confit, ricotta salata, mayonese al basilico
- Boleto Burger (solo d'autunno), con porcini del Cadore pastellati e formaggio di malga.
- Smoke Burger: svizzera di manzetta prussiana, cipolla, pomodorini confit, scamorza affumicata, cheddar, misticanza, salsa barbecue

La cantina:

La carta dei vini e delle birre conta 12 pagine. Tanti vini, 250 etichette, e tutti italiani tranne 3 Champagne biodinamici per le serate davvero speciali. Comunque il 80% dei vini in carta è biologico, biodinamico o naturale e con una vasta scelta di vini naturali stranieri dalla Francia, Germania, Austria, Slovenia, Croazia e Grecia. Almeno 9 etichette sempre in mescita. Menzione d'onore per la sezione dei vini Arancioni che contiene 30 etichette. Tra le aziende maggiormente presenti in carta c'è l'azienda Di Giulia, che produce in Toscana vini naturali con metodo artigianale e i vini, coltivati tra i boschi, dell'azienda Basile.
E poi ci sono 60 etichette di birra artigianali, tra cui spiccano la Toccalmatto, il Birrificio Italiano, la Extra Omnes e la Hammer.


Il Plippino NEW!: 

La novità della bella stagione è che nel plateatico della Plip, dalle 18:30 di tutti i giorni si mangiano cose parecchio allettanti come la pizza fatta in casa, le mozzarelle in carrozza e i panini gourmet. E si beve ancora meglio con tre spine di birra artigianale italiana montate per l'occasione, oltre al resto del repertorio (alcolico e non) dell'Osteria.


Altre due parole sui fornitori:

Si dice in giro tra i fornitori che lo staff qui non chieda mai prodotti fuori stagione, e che sia sempre pronto a fare casino davanti a una tazza di caffè e un boccale di birra (n.d.r.: dai un occhio alle foto e capirai). Tra i fornitori principali, oltre ad aziende agricole del territorio, sono degne di menzione Longino & Cardenal (cibi rari e preziosi, come recita il loro claim), Valsana (formaggi selezionati di Santa Lucia di Piave). Tutti i produttori sono inventariati sul sito del ristorante


Il lato ecologico:

Gli arredi sono tutti realizzati con materiale di recupero: dal legno che riveste le pareti alle sedie attorno ai tavoli, donate dai clienti durante il primo anno dell'apertura. I menu sono stampati su carte Crush, realizzate con sottoprodotti della lavorazione agricola (prova ad annusarli, sanno di pizza).


Chi? 

In cucina David, Andrea, Giulia, Francesco e Gabriele. In sala: Giacomo, Andrea, Anna, Lisa, Jhan, Thomas e Simone. Ma sono anche i membri della cooperativa Sesterzo che si occupa di economia solidale, anche attraverso inserimenti lavorativi che danno parecchie opportunità di riscatto. Un altro motivo per cui la Plip è buona, non solo da mangiare.

 

[le foto sono di Sara Bolognini]

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