I segreti del successo di uno dei locali simbolo di Canosa

Pubblicato il 19 febbraio 2022

I segreti del successo di uno dei locali simbolo di Canosa

Intervista a Luciano Minerva, proprietario di Casa del Caffè

Luciano Minerva, imprenditore di 54 anni, ma dinamico come un ragazzino. Gestisce la sua attività da ben 32, Casa del Caffè, un nome decisamente molto conosciuto a Canosa. Innamorato della sua cittadina, lavora con passione nel locale che apparteneva al padre, in pieno centro, ampliandolo e innovandolo negli anni fino a trasformarlo nel punto di riferimento per i cittadini, generazione dopo generazione. Abbiamo intervistato Luciano, che di recente ha anche aperto un nuovo ristorante nel paese, Koko Exp, per farci raccontare cosa ha portato al successo di non uno, ma ben due locali a Canosa di Puglia.

Come è cambiato, secondo te, il mondo dei locali in questi 30 anni? 
È cambiato tanto, troppe volte. Ora la gente è più informata, più preparata, e sopratutto più esigente; questo per me e il mio staff è uno stimolo costante a migliorarsi e dare il massimo. Mio padre aveva un semplice chiosco di gelateria e caffetteria, esattamente dove si trova adesso Casa del Caffè, in pieno centro di Canosa. Nel tempo il locale si è allargato moltissimo fino a diventare, oggi, un ambiente poliedrico che spazia dalla colazione al pranzo, dall’aperitivo alla cena raffinata, fino al dopocena con la musica live accompagnata dai drink dell’American Bar. Faccio molta attenzione a tutto quello che si muove attorno al mondo Ho.re.ca [n.d.r.  Hotellerie Restaurant Catering] e viaggio spesso in tutta Italia per prendere spunti da altre città e realtà diverse. Lo studio e la ricerca costante hanno portato Casa del Caffè a cambiare aspetto più volte. A proposito stiamo pensando, probabilmente già per prossimo anno, di realizzare un’ulteriore innovazione sulla nostra proposta food abbinato a drink di qualità. 


Qual è stato il segno distintivo, in questi anni, di Casa del Caffè, un punto di riferimento da sempre a Canosa?
Sicuramente l’amore per questo lavoro; mio fratello ed io abbiamo cominciato a gestire con tanta passione questo posto dal 1990, passione che cerchiamo di alimentare tutt’oggi. La cosa che mi rende più orgoglioso è la consapevolezza di aver fatto divertire tante generazioni negli anni; ho visto ragazzi trascorrere tante serate nel mio locale  e tutt’oggi, quando mi incontrano, si mettono a raccontarmi i vecchi aneddoti di quando venivano nel mio locale. Qualche giorno fa un mio cliente fisso mi ha detto: “Lunedì che eravate chiusi il paese sembrava morto”, e questa è davvero una gran soddisfazione.


C’è stato un episodio particolarmente felice da ricordare durante questa lunga esperienza da imprenditore e anche uno un po’ meno felice? 
Purtroppo diversi anni fa ho perso mio fratello con cui gestivo l’attività. É stato ed è tuttora un grandissimo dolore, ma a darmi forza ci sono i suoi splendidi figli, Checco e Alessandro. I miei nipoti sono il mio più grande orgoglio e sono davvero felice che gestiscano Casa del Caffè con me, oggi.

Cosa ti ha spinto, visto il gran successo di Casa del Caffè e l’impegno necessario per portarlo avanti, ad aprire un altra realtà importante a Canosa, Koko Exp?
Mi piace definirmi un folle, ma sempre con piedi ben piantati per terra. A Canosa non esisteva una realtà di livello dedicata al Giappone e io desideravo creare qualcosa che coniugasse la cultura nipponica con quella pugliese. Sono davvero tante le contaminazioni tra le due, frutto di studio da parte mia e dei miei soci attraverso molti viaggi in Italia per carpire i segreti delle più importanti realtà italiane di ristoranti giapponesi. Pertanto, chiunque sarà nostro cliente in questo ristorante, percepirà in ogni dettaglio e in ogni portata il mix culturale e l’innovazione che portiamo costantemente all’interno della nostra cucina. 


Dobbiamo proprio chiedertelo, come fai a gestire tutto? 
In realtà il lavoro è molto più frenetico a Casa del Caffè durante tutta la giornata, mentre quando vado da Koko Exp, la sera, tra luci soffuse e quell’atmosfera soft del nuovo locale, riesco davvero a rilassarmi e stare bene in un altro modo con i miei clienti. Mi aiutano tanto i miei nipoti che sono un vero valore aggiunto per me, in gamba e molto preparati su ogni settore. 


C’è un’altra attività che sogni di aprire, un giorno?
Sarei molto curioso di portare Canosa e i canosini al Mare, aprire quindi uno stabilimento balneare, sempre mantenendo un concept molto vicino alla Casa del Caffè...Chissà…Mai dire mai. 

Canosa è una città antichissima, l’antica Canusium romana, ricca di ritrovamenti, rovine e scavi importanti. Sono famosi quelli di San Leucio e della Tomba Varrese, ci sono reperti che vengono da qui e che sono custoditi nei più importanti musei del mondo, ma la gente conosce davvero poco sulla bellezza e sui tesori di questa città. Io queste cose le ho studiate durante gli anni dell’università, ma solo grazie al mio lavoro attuale sono riuscito a scoprirla e visitarla e ne parlo con grande stupore e ammirazione ogni volta. Come mai è ancora così poco conosciuta e sopratutto valorizzata, secondo te? 
È un grande cruccio che noi canosini ci portiamo dietro da sempre. Ci vorrebbe un bel museo che sappia promuoversi bene, nuove strutture ricettive e non solo piccoli Bed & Breakfast, e puntare tutto sui nostri siti archeologici. Bisogna attirare gruppi e persone da più parti d’Italia e del mondo e mostrare loro questo territorio meraviglioso. A livello ristorativo siamo pronti, ci sono tante belle realtà e tante altre se ne potranno aprire, la nostra offerta è varia e pronta a soddisfare un pubblico esigente e cosmopolita. Canosa è davvero una gemma che merita di sbocciare appieno. 

Grazie Luciano, la mia prima intervista è stata intensa, molto emozionante e carica di umanità . Sono davvero felice di averla fatta ad una persona speciale come te.

Di Francesco Panebianco

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