Raffaele Longo di Birrificio B94: 14 anni di birre sentimentali in Salento

Pubblicato il 20 luglio 2022

Raffaele Longo di Birrificio B94: 14 anni di birre sentimentali in Salento

Il Birrificio B94 di Raffaele Longo è un punto di riferimento per il mondo brassicolo pugliese. Dal 1994, da quando ha iniziato a produrre birre in casa, sono passati tanti anni e sono cambiati i gusti, le tendenze e l’attenzione verso le birre artigianali. Ma il suo birrificio, aperto 14 anni fa a Lecce, rimane solido e affidabile sia per la qualità dei prodotti che per le novità che riesce a produrre, fatte di ascolto del territorio e equilibrio del gusto.

30 anni fa in Salento non c’era conoscenza o attenzione al mondo della birra artigianale. In un territorio in cui si è sempre vissuto di vino, come è iniziata la tua curiosità per il mondo delle birre?
Tutto è stato naturale ma scandito da coincidenze: non sono mai stato un grande bevitore ma tutto è iniziato nel 1991, quando a San Cataldo, al Bellavista, che era un bar, ristorante, tabacchino e gelateria, ed era stato preso in gestione dalla mia famiglia, rimasero a fine stagione delle bottiglie scadute. A me piacquero queste etichette soprattutto dal punto di vista estetico e iniziai a collezionare tutte quelle che trovavo in giro. Nel ‘92 andai a Genova da mio zio e lì trovai dei libri che parlavano di birra artigianale: quello di Michael Jackson sulle birre del mondo e uno di Gino Spath sulla produzione della birra in casa. Su questo libro trovai un indirizzo di una azienda enologica piemontese da cui iniziai a ordinare i primi prodotti, nel 1994 iniziai a produrre in casa e da lì è nato anche il nome dell’azienda. Sempre in quegli anni, verso il 1996, iniziarono ad aprire i primi birrifici italiani soprattutto al nord, come Lambrate, Birrificio Italiano, la Centrale della Birra a Cremona ma il movimento degli homebrewer era iniziato anche al sud.



Quando è stato il momento in cui hai deciso di fare il salto verso la professione?
Ho continuato a produrre birre fra alti e bassi durante l’università e le facevo assaggiare solo ai miei familiari e amici ma arrivai ad avere una cella grande in cui avevo tutte queste produzioni. Ho continuato così fino al 2006: mi ero trasferito da qualche anno a Bologna e lavoravo in banca, quindi il pomeriggio e il fine settimana avevo tempo per dedicarmi alle letture, scoprire nuovi prodotti e a fare nuove sperimentazioni.  Avevo tempo anche per visitare i birrifici e vedere la parte imprenditoriale e, complice anche il disagio che provavo nel lavorare in banca, decisi di mollare tutto e fare il salto imprenditoriale. In quel periodo feci anche un corso sulla produzione a San Severo che servì a stimolare ancora di più la voglia di iniziare la produzione e sfruttai inizialmente una stanza sopra casa di mio padre e mia madre che si trasformò in un vero e proprio laboratorio.


Sei in questo settore da tanti anni: che cambiamenti hai percepito nel gusto dei consumatori da quando hai iniziato tu ad ora?
Sono partito con delle birre molto classiche: una bitter, una blanche e una robust porter, che erano quelle che a me avevano fatto fare la svolta dal punto di vista del gusto e dell’olfatto, quelle che amavo insomma. È sempre stato l’istinto, il sentimento e il mio gusto personale a guidarmi perché sono sempre stato un po’ refrattario alle mode e quando le ho recepite, l’ho fatto sempre con una certa calma. Le tendenze che si sono sviluppate 5 o 6 anni dopo che io ho iniziato con la produzione professionale, sono state quelle verso un gusto più amaro, le famose IPA che sono diventate sinonimo di prodotto particolare e di qualità. Col passare del tempo le ho implementate a modo mio facendomi ispirare da amici e appassionati. 
Devo dire che però, siccome il mio bacino di utenza è soprattutto pugliese, sto notando che c’è maggiore attenzione a stili di birre diversi, alle birre del territorio, piuttosto che alla moda del momento. La diffusione della cultura della birra artigianale sta dando i suoi frutti e il messaggio che esistono tante birre diverse a seconda dei gusti di ognuno, è finalmente attecchito. Non solo, puoi scegliere la birra in base al momento, ai sentimenti che provi o in base a ciò che stai mangiando.
Ora c’è la tendenza alla riscoperta delle birre lager a bassa fermentazione, di origine germanica, con una bevuta facile ma con una versione italiana che aumenta il contenuto di luppolo che la rende meno banale. 
E in questo senso c’è una novità anche da B94: è in fase di produzione una birra a bassa fermentazione, che per me è una sfida ma anche un gioco di sentimenti e sensazioni.
Quest’anno c’è stata un’altra novità nella tua produzione: è nata la Via del Mare, la birra nata in onore dell’U.S.Lecce
La Via del Mare anche in questo caso è nata con un approccio empatico: per me viene sempre prima l’istinto e poi la parte commerciale. È per me un traguardo avere questa riconoscibilità sul territorio, nel senso che mi identifico talmente tanto con la città di Lecce  che questa birra è la consacrazione di questo legame. Mi piace molto l’idea che per la prima volta nella storia dell’U.S. Lecce sia nato questo prodotto e che il marchio sia legato a B94. 


Le novità di B94 però non sono finite perché quest’anno hai inaugurato la Tap Room del birrificio. Ma prima di tutto: cos’è una tap room?
 È un termine di derivazione inglese che significa “stanza dei rubinetti”. È in sostanza la sala degustazione annessa al birrificio. Ci sono voluti 14 anni per poterla aprire perché una serie di coincidenze mi hanno permesso di poter ampliare la sede. Tutto il reparto imbottigliamento è stato spostato nella nuova sala e ho potuto organizzare meglio tutta la parte produttiva. Si è creato quindi lo spazio per poter realizzare la tap room che non è un locale “normale”:  è aperta infatti tre giorni a settimana, dal giovedì al sabato, dalle 18.00 alle 23.00. Accanto alle birre ci sono pinse, bruschette, panini e altre cose buone ed è concepito come uno spazio in cui ci si può rilassare, andare anche da soli a bere qualcosa, in un ambiente tranquillo con musica soft. 


Ultima domanda: cos’è che ti piace di più del tuo lavoro?
Mi piace soprattutto la parte produttiva e creativa: portare al risultato migliore tutto il processo mi dà grande soddisfazione e poi senz’altro vedere che quel prodotto piace a chi lo beve.

Birrificio B94 - Via Provinciale Lecce-Cavallino - Lecce. T: 0832347878

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scritto da:

Mariachiara Minoia

Sono nata in Salento sotto il segno del vino ma poi ho scoperto anche la birra e il gin. Ho iniziato a cucinare a 7 anni e da allora non ho più smesso. Tutto questo è diventato un lavoro: sono Consulente di Marketing e Comunicazione Enogastronomica ma sono anche assegnista di ricerca presso l’Università del Salento. Amo scrivere, viaggiare, leggere e camminare ma non contemporaneamente.

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