C’era una volta la Treviso in cui i migliori ristoranti erano, in sostanza, appannaggio esclusivo della cucina tipica locale. Materie prime del territorio, ricette della tradizione, sapori di casa valorizzati con rigore scolastico, e così via.

Oggi quell’epoca è al tramonto: con un po’ di ritardo rispetto ad altre province venete, finalmente l’alta cucina di Marca sta scommettendo anche su idee esotiche e specialità gastronomiche d’altri mondi. Naturalmente, per fare ciò servono coraggio, fantasia, esperienza internazionale e grande voglia di lasciare un segno. Tutte qualità che possiede Marco Feltrin, chef giramondo che all’alba dei quaranta ha concluso il suo peregrinare, rientrando finalmente a casa dalla sua ultima dimora: Giacarta, mastodontica capitale dell’Indonesia, storico crocevia di culture, civiltà e influenze culinarie. Dall’isola di Giava, Marco si è portato qui, nella sua città d’acque, due cose molto preziose. Pardòn, una preziosa, un'altra preziosissima: il suo formidabile bagaglio di segreti e conoscenze... E poi l’amore.


Ora: prendete l’appassionata empatia musicale sfoggiata da Piero Pelù e Anggun quando cantavano “Amore immaginato”, declinate il tutto in chiave estetica, olfattiva e gustativa, e avrete un’idea di come Marco e la sua Sriyanti siano riusciti a creare Feria: il primo ristorante indonesiano di Treviso, interpretato con eccellenza e creatività italiane.

D’altra parte, proprio poiché siamo in Italia, in Veneto, nella Marca gioiosa et amorosa, manca ancora un ingrediente a completare la formula magica: il vino. A tal proposito, Feria si affida all’appassionata sapienza di Regis Ramos Freitas, esperto sommelier brasiliano che ha cresciuto il suo talento professionale tra osterie tipiche e ristoranti stellati. La carta da lui proposta punta molto, oltre che su grandi etichette classiche, su quei vini naturali e artigianali di cui Regis è tra i massimi guru, in città, e che tanto bene valorizzano l’alta cucina indonesiana di chef Marco Feltrin.


In termini di ambiente, salta subito all’occhio la mano sicura di un’azienda leader nell’arredamento e nel design: tanto curato quanto informale, il Feria si divide infatti con assoluta armonia in più zone tematiche. Qui una parete decorata con maschere indonesiane, lì una impreziosita da moderne stampe zen; verde d’arredo spesso presente ma mai invasivo, a fare pendant con la vernice oltremare che tinge la deliziosa area bistrot posizionata all’ingresso, dal nome “Satè Bar”.


La sala-ristorante vera e propria, invece, offre un look leggermente più classico, ma sempre intriso del flow esotico che racconta il locale, incorniciando un’atmosfera calda e accogliente. Qui il punto di forza è la grande cucina a vista, con le sue mattonelle in ceramica lucida, i mortai indonesiani ed altri utensili d’ogni sorta fra cui si muovono Marco e i suoi: durante la cena, si assiste ad uno spettacolo nello spettacolo, questi giovani talenti che interagiscono tra loro comunicando con sguardi e parole impercettibili, in un silenzio della brigata davvero affascinante e surreale. Infine, il plateatico con giardino, protagonista nella bella stagione, dove un’altra trentina di persone attingono dal menù del Satè Bar (rimanendo invece quello del Feria appannaggio della sala), comodamente immerse fra piante, aria aperta e cielo stellato.


La proposta è in lenta e continua evoluzione, tenendo come stella polare la freschezza stagionale di molte materie prime, assieme alla volontà di stupire sempre il cliente con nuovi effetti speciali. Del resto, repetita iuvant, non c’era mai stato a Treviso un ristorante che proponesse cucina del sud-est asiatico ad un livello così elevato.

Sicuramente, è doveroso menzionare due vere e proprie specialità tipiche indonesiane, che raggiungono la miglior espressione nella cucina di Marco Feltrin. In primis un piatto etnico quale il Rendang, consistente in un curry di manzo con note di cannella, cocco e tamarindo, che grazie all’impiego di angus italico a chilometri zero non risulta affatto secco come la pietanza originale, bensì bello tenero e succoso. E poi il vegano Tempeh, fermentato dei semi di soia gialla, piatto digeribile, proteico, dagli ottimi valori nutrizionali e tranquillamente capace di sostituire la carne in termini di gusto, consistenza e profumi.

Fermiamoci qui però, ché sarebbe un peccato svelare in questa sede ogni prelibatezza del Feria, autentico portale enogastronomico verso un altro fantastico mondo. Perciò buon appetito, gente, e buon divertimento.


Feria Restaurant
Via della Quercia, 8 - Treviso
Telefono: 04221748017
 

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    Via Della Quercia 8, Treviso (TV)

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