Ma famme magnà! Ma che me frega! Le trattorie di Roma dove esorcizzare il Veganuary

Pubblicato il 20 gennaio 2022

Ma famme magnà! Ma che me frega! Le trattorie di Roma dove esorcizzare il Veganuary

Messe alle spalle le Feste, i propositi di dieta e il blue Monday, a Roma si continua a combattere la depressione da pandemia a colpi di amatriciana, cacio e pepe e abbacchio

Ma quale dieta detox? Ma quale Veganuary? Ma sul serio a questa situazione, già di per sé piuttosto preoccupante, angosciante e – a dir poco – triste, vogliamo aggiungere anche una dieta deprimente? A questo punto prenotiamoci il bonus psicologo e chiudiamoci in casa. Ma il romano vero, il romano “de ‘na vorta”, quello serio e tenace, non si arrende e risponde  come Nonna gli ha sempre insegnato (perché la Sora Lella è un po’ la nonna di noi tutti): “ma famme magnà! Ma che me frega!” Ecco quindi che un pranzo o una cena in trattoria rimane la soluzione perfetta per combattere le angosce e la Capitale, per fortuna, di trattorie vere dove conta la sostanza e non l’apparenza ne può vantare ancora molte. Ecco le mie preferite, quelle dove puoi andare “a botta sicura”.

Alle porte dell’Esquilino una sicurezza


Decenni e decenni di storia alle spalle e tre generazioni che si sono tramandate l’amore e la passione per questo mestiere. Non è un caso che Bottega Trattoria De Santis ancora oggi, dopo tutto questo tempo, sia uno dei locali più amati dai romani. Andare a cena da Davide e Stefano è sempre un piacere, ed una sicurezza. La tradizione qui è curata al dettaglio: cacio e pepe da urlo, così come l’amatriciana e la carbonara. Tra i piatti da provare obbligatoriamente le costolette d’abbacchio dorate ed il baccalà della Bottega.
Bottega Trattoria De Santis, Via di S. Croce in Gerusalemme, 15/A Roma – Tel. 067028124

A San Giovanni i dettagli fanno la differenza


A farmi innamorare di un locale sono i dettagli, i piccoli gesti, spesso ignorati dagli altri, ma che io riesco sempre a notare e che per me fanno una differenza abissale. Ecco, quando vado a cena o a pranzo alla Trattoria Da Stefania sono proprio i particolari a fare la differenza. Ad esempio il piatto di benvenuto che Stefania ti serve appena seduto e che può essere una zuppa calda d’inverno o una fresca panzanella d’estate. E poi c’è la cura per la cucina e per la semplicità. Le polpette vengono servite nella loro pentolina di cottura calde e piene di sugo, le verdure sono quelle del giorno prese al mercato di fronte via Orvieto e cucinate espresse. E’ una gioia dei sensi e della mente.
La Trattoria Da Stefania, Via Terni, 29 Roma – Tel. 0670303793

Al Casaletto aria e sostanza di una Roma che fu


Lontani dal centro, dal caos e dallo smog, alle porte della campagna ecco l’insegna vecchia di Cesare Al Casaletto, più che una trattoria, un’icona della vera ristorazione romana di una volta. E’ un tuffo nella Roma dei tempi d’oro, del boom, di quella Roma dei film di Ettore Scola. La sua cucina è vera e genuina, senza fronzoli o varianti in corso d’opera. La carbonara è tra le mie preferite in assoluto, densa e cremosa, sapida e croccante, così come le polpette di bollito, un must della casa. Splendido, poi, con il sole godersi il pranzo della domenica magari sotto il pergolato.
Cesare al Casaletto, Via del Casaletto, 45 Roma – Tel. 06536015

A Tor Pignattara la cucina popolare italiana


Mangiare in una vera trattoria romana a Tor Pignattara senza però trovare per una volta i piatti della tradizione romana, ma quelli più importanti, spesso dimenticati, delle varie realtà italiane. Da Eufrosino si possono gustare, per esempio, i veri mondeghili milanesi, la parmigiana di Cardi o la vera pasta patate e provola della più profonda e verace napoletanità e tante altre specialità riscoperte del ricettario popolare italiano. Le porzioni sono abbondantissime, i fronzoli non esistono. Solo cuore, stomaco e sostanza, come piace a noi.
Eufrosino Osteria, Via di Tor Pignattara, 188 Roma – Tel. 3485883932

A Trastevere lasciati guidare dal profumo


Quando ti trovi nei paraggi di Enzo al 29 a via dei Vascellari a Trastevere non puoi sbagliarti perché nell’aria lo senti forte quel profumo di soffritto appena rosolato, ma anche quello dell’abbacchio appena tolto dal forno, basta solo lasciarsi guidare dal naso. Di locali storici dove la tradizione viene tramandata con autenticità, senza la paccottiglia turistica, Trastevere ormai ne ha pochi. Enzo è tra questi ed un pranzo in questa trattoria non potrà che essere un’esperienza indimenticabile. Cosa consigliare del suo menu? Tutto, ma in particolare la sua carbonara ed i carciofi alla giudia, ormai divenuti leggenda.
Enzo al 29, Via dei Vascellari, 29 Roma – Tel. 065812260

Al Centro Storico una cucina che fa innamorare


Sto parlando, ovviamente, della cucina di Claudio Gargioli, chef e patron di Armando al Pantheon, trattoria ormai divenuta icona – giustamente – nei decenni per ciò che riguarda la romanità verace a tavola. Anche qui parliamo di una gestione, quella della famiglia Gargioli, che è giunta alla terza generazione. Semplicità popolare, ma anche un tocco di eleganza caratterizzano questa meravigliosa trattoria a due passi da Piazza Navona. Tra i miei piatti preferiti la trippa ed il tortino di indivia e alici.
Armando al Pantheon, Salita de’ Crescenzi, 31 Roma – Tel. 0668803034

A Testaccio il tempio del quinto quarto


Non è facile scegliere a Testaccio una sola trattoria da raccontare, perché di storie (e a volte di vere e proprie saghe) qui ce ne sono talmente tante che a questo quartiere bisognerebbe dedicare una vera enciclopedia dedicata al cibo e alla gastronomia tradizionale. Tuttavia la mia scelta va a Checchino dal 1887, più che una trattoria una vera e propria icona della romanità verace nei secoli. Il suo menu spazia rigorosamente sulle specialità del quinto quarto: coratella, animelle, cervello, rognoni e – soprattutto – la mitica pajata, a mio avviso ancora oggi al top in città insieme a quella di Checco Er Carettiere. Un must macchiare di sugo la candida tovaglia bianca del proprio tavolo.
Checchino dal 1887, Via di Monte Testaccio, 30 Roma – Tel. 3335855055

Dietro la Stazione Termini il bucatino è un must


Per finire ecco un nome che a Roma conoscono pochi (per fortuna?), quasi mai apparso su guide e articoli, rimasto fedele alla sua missione per più di 60 anni: nutrire gli affamati viaggiatori e passanti ivi ritrovati. La Trattoria dell’Omo a due passi dalla Stazione Termini è un pezzo di Roma sopravvissuto al grigio e alla standardizzazione della modernità. Tovaglia bianca, fojetta di vino e i suoi strepitosi bucatini all’amatriciana sono un must per chi arriva qui. Anche il pesce, quando arriva fresco, è da provare, spinato e sfilettato dal titolare al tavolo, come si faceva un tempo. Sapere che a Roma esistono ancora queste realtà meravigliose è emozionante.
Trattoria Dell’Omo, Via Vicenza, 18 Roma – Tel. 06490411

Foto di copertina tratta dalla pagina Facebook di Eufrosino Osteria

  • RISTORANTI E PIATTI TIPICI

scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

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