Intervista a Churchill-Zingrillo, patron di una delle imprese più longeve della nostra Regione

Pubblicato il 26 agosto 2020

Intervista a Churchill-Zingrillo, patron di una delle imprese più longeve della nostra Regione

"Il pessimista vede pericoli dove ci sono opportunità. L' ottimista, opportunità in ogni pericolo."
Questa frase di Sir Churchill la trovo tagliata su misura per riassumere la chiacchierata-intervista avuta con il Signor Zingrillo, patron di Zingrillo.com, leader nel settore dell'arredo di bar, pasticcerie, ristoranti, ecc.

Mano a mano che si avvicinava il momento dell'incontro, in me cresceva una sorta di timore reverenziale. Voglio dire, questa azienda è una istituzione con quasi cent'anni di vita! Una storia imprenditoriale di successo ma anche di sudore, lavoro, studio, visioni e prospettive. Non capita di incontrare tutti i giorni qualcuno la cui famiglia ha riscritto la storia dei locali che noi amiamo tanto recensire e frequentare. Ecco spiegato il mio timore reverenziale. Dopo i primi 5 minuti di chiacchiere, però, ho capito che potevo cestinare la mia ansia, visto che accanto a me era seduta un'eccellenza del made in Italy, sì, ma anche un uomo semplice, in grado di metterti subito a tuo agio. 


Lavoro sartoriale il suo, come già per i suoi antenati. Ma si tratta anche di un uomo predisposto al cambiamento, alla ricerca, in modo da mantenere il polso del mercato, per provare a precederne le richieste. Ecco il perché della citazione di Churchill. Il Signor Zingrillo appartiene a coloro che anche in una situazione oggettivamente difficile come quella che stiamo vivendo, intravedono opportunità e non soltanto problemi. 

Grazie per averci accolti nel suo tempio, l'azienda che porta il suo nome, quello della sua famiglia. 
Anche se non siamo stati sempre qui, il nostro percorso parte dal 1922. Quasi cent'anni! Immagini quanto è lunga la nostra storia. Partito come un progetto di collaborazione tra fratelli, ora Zingrillo.com gode di una struttura verticale dinamica, aperta al consiglio e alle proposte di tutti.

All'inizio cosa fabbricavate?
Nel periodo fascista bilance e pesi. Dopodiché i primi arredamenti per bar, ristoranti, gelaterie... La cosa si è via via affermata, ed è andata piuttosto bene se ora ci troviamo qui a parlarne!


Tra i punti di forza che vi contraddistinguono cosa si sente di annoverare?
Innanzitutto l'assistenza tecnica. Poi il territorio. Lo curiamo e curiamo i clienti come fiori e piante del nostro giardino. Ci siamo sempre per loro, non potremmo mai servire aree che distano più di 100 km da quell'epicentro che è la provincia BAT. Disperderemmo forze, tempi e risorse andando a ledere inevitabilmente i nostri clienti, i nostri amici, che abbiamo qui in casa!

A lei che ne ha viste tante chiedo: quanto è cambiato il marketing nel corso degli anni?
Tantissimo e non solo per i social. Il passaparola è però rimasto il nostro principale megafono di diffusione. Il nostro settore infatti è di nicchia, i nostri prodotti "sartoriali" non sono per tutti. Quindi non c'è social migliore della soddisfazione di un cliente. 

Non è quasi possibile permettersi errori.
Ti basta avere il 3% dei clienti insoddisfatti che il restante 97% non ci metterebbe molto a cambiare idea su di te. Noi offriamo il meglio, la serenità di conoscere, conoscere tutto, anche il nostro albero genealogico che non possiamo tradire. Noi offriamo la nostra storia, le nostre facce, non vogliamo perderle. 

Due parole sui vostri collaboratori.
L'azienda è una struttura collaudata e eterogenea. Da chi ha 15-20-30 anni di esperienza a chi ha appena compiuto 20 anni d'età. Molti sono cresciuti e cambiati assieme a noi.

Le loro parole d'ordine.
- Conoscenza. Devono conoscere il territorio.
- Prontezza. Devono essere elastici, cercare di risolvere ogni problema. Questo è il metodo per accumulare esperienza.


Quanti tecnici avete sul territorio pronti a intervenire nel caso uno dei vostri locali presentasse problemi imprevisti?
Tre. Sono tecnici interni. Non permetteremo mai che un cliente,  ad esempio, possa avere una vetrina gelato non funzionante. La tempestività è tutto, anche di sabato e domenica. Ci siamo 363 giorni all'anno, tranne che a Natale e Pasqua, siamo sempre on the road. 

Analizzati gli assetti interni, quali cambiamenti della società avete affrontato?
Mi viene innanzitutto in mente lo tsunami internet. Lo abbiamo superato alla grande. Comprare un macchinario su internet con un risparmio fino al 20% può sembrare un affare vero, ma ci perdono tutti. Anche il cliente che non saprà con chi rapportarsi, chi chiamare in caso di assistenza. Per questo la gente continua a rivolgersi a noi. Spendo volentieri un 20% in più se questo mi fa stare tranquillo. 

Sta dipingendo una azienda che fa della prontezza ma anche della serietà vere ragioni di vita.
Assolutamente. La serietà è nel nostro DNA. innanzitutto siamo seri fra noi. Ad ogni collaboratore chiedo: tu cosa sei in grado di offrire? Solo così possiamo aiutarci reciprocamente. Tutti possono sbagliare, l' importante non è non sbagliare ma la maniera nella quale ripari all'errore fatto. Il sorriso e la voglia di migliorare non devono mai mancare, e cerco sempre di essere io il primo a dare il buon esempio. Walter Disney sosteneva che soltanto avendo buoni rapporti con i dipendenti sarà possibile averne con i clienti.


A tal proposito, interessante è anche il vostro modo di "guidare finanziariamente" i vostri clienti nel mare agitato di questo business.
Abbiamo un responsabile-ufficio amministrativo che segue i nostri clienti passo passo dal punto di vista finanziario.La copertura che quindi gli forniamo è a 360° e lui non si sentirà mai abbandonato o trascurato. Al contrario: il nostro essere sartoriali, tagliati su misura, vale soprattutto nei rapporti umani.

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Mario Pennelli

Annata 1988. Cantastorie professionista, consulente enogastronomico per hobby, sommelier per volere del fato. Ha scritto tre libri che glorificano la sua Patria, la Puglia. Da allora è in tour permanente, come i Rolling Stones o Albano, per raccontarla, permettendo così ai forestieri di scoprirla e agli indigeni di ri-scoprirla.

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