Il made in local fatto bene, anche meglio della versione “originale”. In che senso? L’essere globalizzati, omologati, appiattiti ad un gusto sempre uguale ha decisamente stancato.
Chi frequenta i locali vuole altro, vuole il vero motivo per “investire” in una cena fuori. Ora il cibo porta con sè la promessa di essere al di sopra delle aspettative ma, ovviamente, in pochi ci riescono.
Non crediamo che ci sia una regola predefinita in cucina, ma essere in grado di distinguersi nel marasma di autoproclamati #foodporn ed improvvisati artigiani è già qualcosa.
Qui da Hop! si definiscono "un pub di quartiere", hanno carattere e hanno prestato giuramento all’arte della birra e alla sua divulgazione in qualsiasi salsa. Sì, salsa. Perché fanno tutto loro, anche la salsa alla birra.
Sul cibo non ci sono freni, così come per la fantasia nella creazione dei piatti. Frutta come ingrediente in un piatto con il polpo o infilata tra uno strato di un hamburger? Sì, e ci sta divinamente.
Lo stile industriale, gli schermi per i soliti appassionati, le sedute alte o i tavoloni per le comitive riportano un messaggio chiaro: tutti ammessi, senza distinzioni. Stessa cosa vale per la cucina: birre senza glutine, piatti vegani (ma buoni, non le tristi foglioline di insalata che propinano a volte), alternative vegetariane, panini belli carichi e pietanze low carb.
Sulle birre c’è sapienza, dialogo e fiducia. Dalla loro esperienza è nata la birra che porta la firma del locale e del birrificio Birronova. Torna la parola local, è voluto. Le birre alla spina mantengono la promessa di far meravigliare anche chi solitamente non beve… ed è cosa difficile. Testato di persona. L’innamoramento è assicurato.
Ho accennato il “local” per un motivo molto originale: il bacon è pancetta tesa, la Tomahawk è di suino nero (allevato nelle campagne pugliesi). Il linguaggio crea la realtà che viviamo, e ti assicuro con un hamburger con queste caratteristiche non ti farà tornare più indietro.
Tutto avrà un altro sapore, il sapore dell’originalità.
