A cena in periferia: Alessandrino e Quarticciolo

Pubblicato il 28 gennaio 2016

A cena in periferia: Alessandrino e Quarticciolo

Alla riscoperta dei buoni, originali e soprattutto economici piatti della cucina romana di una volta, dove conta più la sostanza dell’apparenza

Nella precedente puntata di A Cena in periferia avevo definito Centocelle un quartiere con un’offerta enogastronomica tale da non avere nulla da invidiare a quella del centro storico, o delle zone “mitiche” della ristorazione romana, come Testaccio e Trastevere. Oggi invece parlerò di altri due quartieri diventati un po’ la nuova vera “casa” della cucina tradizionale romana, quella di una volta dove conta più la sostanza dell’apparenza, e cioè Quarticciolo e Alessandrino. Trattorie popolari, osterie a prezzo fisso, dove ancora si possono ritrovare antichi sapori ormai quasi perduti e dove si può ancora mangiare un pasto completo (primo, secondo, contorno, dolce e vino) a meno di 20 euro a persona.

Una leggenda del Quarticciolo


Il Quagliaro nacque alla fine degli anni ‘50, quando Quarticciolo era soltanto un villaggio dormitorio per sfollati e operai circondato da campagna e paludi. Quaglie e fagiani all’epoca abbondavano e spesso, pur di mangiare un po’ di carne, si andava a caccia. Una sera il vecchio proprietario, Tiberio, scambiò con un cacciatore della zona un paio di litri di vino per qualche quaglia e si inventò quello che ancora oggi è il piatto leggendario della casa: quaglie arrosto con funghi e una ciriola abbrustolita e condita con olio buono. Venire a cena qui è come fare un tuffo nella Roma pasoliniana, dove tra un piatto di amatriciana e uno di pasta e ceci ancora si respira quell’atmosfera paesana della vecchia periferia romana. Imperdibile.
Il Quagliaro, Largo Mola di Bari, 17 - Tel: 0625210875  


Per la cacio e pepe


Cucinare uno spaghetto cacio e pepe come si deve non è affatto semplice, anzi probabilmente resta uno dei piatti di pasta più complicati da preparare in assoluto. Uno dei (pochi) posti rimasti a Roma dove la cacio e pepe viene fatta ancora come dio comanda è nel cuore del quartiere Alessandrino. Alla Taverna Alessandrina non si usa il semplice pecorino romano, ma quello stagioanto abruzzese, e forse il segreto è tutto lì, oltre che nella mantecatura praticamente perfetta. In alternativa si possono ordinare gricia, amatriciana, carbonara e una pizza scrocchiarella di forno a legna da leccarsi i baffi.
Taverna Alessandrina, Viale Alessandrino, 435 - Tel: 06 230 7311

Fritti e pasta fatta in casa


Da non confondere con l’omonima catena di ristoranti (anch’essi di elevata qualità) della zona di Ciampino, l’Osteria Mad all’Alessandrino è ancora uno di quei posti dove si viene per mangiare, per chiacchierare e per farsi quattro risate con gli amici. Il proprietario è il classico bonaccione romano con la battuta sempre pronta, ma mai volgare o oppressivo (come, invece, accade troppo spesso altrove…) ed è un piacere farci quattro chiacchiere tra una portata e l’altra. Qui ci si viene essenzialmente per gli ottimi fritti, tra cui spicca un eccellente supplì, e per la pasta fatta in casa, tra cui segnalo delle fettuccine ruvide, spesse, perfette, da condire con i migliori sughi del giorno, ogni volta diversi ( anche se quello con le rigaglie di pollo meriterebbe la precedenza). Il conto, poi, è inferiore a quello di molte pizzerie di Roma.
Ristorante Pizzeria Mad, Viale Alessandrino 730 - Tel: 06 259 0006

Chilometro Zero


Tutto quello che Massimo mette nei suoi piatti lo acquista ogni mattina presso lo splendido mercato rionale dell’Alessandrino: carne, pesce, verdura, frutta, salumi e formaggi, tutto rigorosamente a chilometro zero. Bisogna venire qui al Coccio e provare la sua carbonara, fatta con le uova biologiche dei Castelli, oppure i rigatoni con il sugo di pajata di abbacchio (del reatino), per non parlare, poi, dello spezzatino alla picchiapo’ e dell’abbacchio “in tutte le versioni”, e cioè fritto, allo scottadito e al forno. Una passione, quella per la cucina romana, che Massimo ha ereditato dalla mamma e che ha voluto donare al mondo, come una sorta di tesoro prezioso. Gliene siamo infinitamente grati. 
Trattoria Il Coccio, Via dei Meli 32/34 - Tel: 338 389 6037

Foto di copertina da pagina Facebook Trattoria Il Coccio

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scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

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