Francesco Ragno ci svela a suon di musica la ricetta del successo per la birreria più famosa di Trani

Pubblicato il 21 febbraio 2022

Francesco Ragno ci svela a suon di musica la ricetta del successo per la birreria più famosa di Trani

A Trani, il Santo Graal è un punto di riferimento per tutti coloro che sono alla ricerca di buon cibo, buona birra e buona musica. Nonostante il Covid, qui i microfoni si sono spenti per poco, mentre la programmazione musicale veniva continuamente arricchita di nomi e generi. Ora che il tepore del sole inizia a farci presagire la libertà dell'estate, si passerà dal palco interno a quello esterno. Ecco cosa ha in programma per noi il Santo Graal: prendete nota.

Ora che la pandemia sembra allentare la sua morsa, al Santo Graal stanno tornando gli eventi dal vivo: Francesco Ragno, cosa bolle in pentola?
Abbiamo vissuto un inverno molto bello, accompagnati dalla presenza di duo acustici straordinari. Ora, con la riapertura dello spazio esterno del Santo Graal ci prepariamo a riassaporare il grande rock, tornando alle nostre origini, con le sonorità che tanto piacciono a chi come noi ama i Queen o gli AC/DC. Ma tutto questo non sarebbe possibile senza una figura chiave del nostro team.

Chi?
Sergio Porcelli, la persona che ci aiuta a rendere speciali le nostre serate. Grazie a lui abbiamo fatto una selezione molto particolare, riuscendo a fare intrattenimento nonostante il Covid.

A proposito di origini, nel lontano 2001 tu e la tua attuale moglie Lucia avete preso il timone del Santo Graal. La musica c'è sempre stata? 
Da noi sono passati in tanti e tutti sono stati fondamentali. Ogni gruppo ha portato un tipo di clientela diversa e tutti, in un modo o nell'altro, si sono legati al Santo Graal. 


Ricordi una serata in particolare?
Sicuramente le feste di San Patrizio, che celebriamo ogni 17 marzo, sono quelle da delirio universale. 

La rifarete anche quest'anno?
Sì, ci sarà un gruppo Irish folk, i cui musicisti sono anche i componenti dei Folkabbestia.

Segnato sul calendario. Venire al Santo Graal significa soprattutto mangiare e bere bene. Cosa è cambiato rispetto a quando avete iniziato?
Siamo diventati degli specialisti. Non amiamo improvvisare così, nel corso degli anni, sia il nostro cuoco sia il nostro pizzaiolo hanno frequentato corsi per apprendere tutti i segreti dell'arte bianca e delle carni. Oggi, nella nostra cucina, vantiamo un esperto di farine e un esperto di barbecue e frollatura. Ciò ci permette di pretendere di più dai tagli che acquistiamo, sia nazionali sia esteri.


Qual è il piatto da non perdere oggi?
Sul fronte carne, consiglio la nostra grigliata. 

E sul fronte pizza?
Le ricette cambiano con le stagioni. Per rispettare quella in cui siamo ora, consiglio la pizza con base bianca, funghi cardoncelli, battuta di lardo e formaggio Castelmagno.

In principio era il vino, oggi il Santo Graal qui è la birra: cosa c'è nella vostra spina oggi?
Abbiamo 7 specialità: si va dalla classica bionda, la Forst, alla Guinness, passando per Tennent's, Punk Ipa, Carlo Quinto, Kilkenny. Ma abbiamo voglia di fare un passo in più...

Cioè?
Presto inseriremo altre tre spine con tre etichette artigianali.


Super! Dove la bevo la mia birra: meglio dentro o fuori? Dove si vive al meglio l'esperienza del Santo Graal?
D'inverno, gli ambienti del Santo Graal ti fanno sentire al sicuro, il caldo rifugio in cui tirare il fiato insieme alla tua birra e a della buona musica. Ma d'estate, all'esterno, si crea un'atmosfera unica grazie anche alle nostre scale esterne, che si trasformano in un arena naturale. La gente si siede sui gradini e ascolta i concerti. 

Progetti per il futuro?
Specializzarsi sempre di più! Studieremo ancora la carne, la pizza, ma anche il pesce. Stiamo pensando di aprire a pranzo, soprattutto di domenica, dedicando alla nostra città piatti che omaggino la cucina di mare, rimanendo fedeli a un'idea di cucina mediterranea. Un giorno a settimana vogliamo cambiare pelle e diventare trattoria.

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scritto da:

Stefania Leo

Giornalista e appassionata di cibo, amo vedere e raccontare tutte le storie che si intrecciano in un piatto. Cucino, leggo e non mi fermo davanti a nessun ingrediente sconosciuto: è solo il punto di partenza per un nuovo viaggio gastronomico.

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