Open Cafè, “I complimenti? Solo un punto di partenza per migliorare”

Pubblicato il 14 settembre 2020

Open Cafè, “I complimenti? Solo un punto di partenza per migliorare”

Intervista a Daniela De Natale, co-owner di Open Cafè

In un mondo in continua evoluzione l'ingrediente segreto per il successo è tenere la mente aperta a tutte le possibilità. Così, senza pregiudizi, le scherzose chiacchierate di una cena tra moglie e marito si sono trasformate in un progetto fatto di comfort, buon cibo, musica. Siamo a Bari, all'Open Cafè. Qui Daniela De Natale e suo marito Marco Loiacono hanno creato un'altra casa aperta a tutti coloro che, dalla colazione alla cena, hanno bisogno di un posto per ritagliarsi un momento di relax dalla frenesia quotidiana. Dopo un importante restyling, Open Cafè è pronto a coccolarti con velluti, penombra e vegetazione in un ambiente confortevole come un salotto domestico. È qui, nel Giardino d'Inverno di Open Cafè, che Daniela De Natale spiega la sua ricetta per il successo. 


Daniela De Natale, com'è nata l'idea di Open Cafè?
Open Cafè è nata scherzando durante una sera d'estate. Si chiacchierava, immaginando di creare un posto in cui stare con i nostri amici. Poi nel 2011 io e mio marito, Marco Loiacono, l'abbiamo fatto davvero. Siamo una squadra, dove lui è la mente e io il cuore. 

Perché a Bari? Perché con questo nome?
Il nome stesso indica l’idea di apertura a 360 gradi in ambito musicale, artistico, gastronomico. Qui trovano posto mostre fotografiche. In più, nel tempo, in questa sala sono passati un po' di artisti, cantanti, musicisti, grazie anche a delle rassegne jazz molto belle e seguite. Vogliamo differenziarci dal contesto barese e, per farlo, abbiamo scelto di non avere la tv. Volevamo creare un ambiente di qualità, che chiunque potesse chiamare casa. Per questo abbiamo curato ogni minimo dettaglio dell'arredamento, per trasferire anche nella seduta quella sensazione di immediato relax. Anche se non è facile, la parola chiave per noi è cura.


Cosa trova chi viene all'Open Cafè?

Durante la giornata l'Open Cafè cambia volto tante volte. La mattina c’è la colazione, con una proposta diversa da quella degli altri bar. Offriamo diversi tipi di bevande vegetali in sostituzione del latte vaccino, insieme a un ricco assortimento di cornetteria e biscotteria vegane. Non mancano i centrifugati: siamo molto attenti all'aspetto healthy della ristorazione. Durante la mattinata si può fare un brunch veloce e all'ora di pranzo la nostra vetrina si arricchisce di piatti freddi, insalate o piadine espresse. Il pomeriggio è il momento del tè e delle chiacchiere intime in quello che io chiamo il Giardino d'Inverno. Il tempo scivola fino al momento dell'aperitivo, che cambia con le stagioni. Da Open si può cenare: abbiamo una carta minima, ma curata. Non facciamo pasta, ma lasciamo spazio ad hamburger, tagliate e carpacci di pesce. Il sabato offriamo anche un servizio di cornetteria notturna.

Tre piatti da non perdere.
Sicuramente i taglieri di salumi e formaggi con i pecorini toscani. Anche l'hamburger da 200g di carne di manzo con uovo barzotto, olio tartufo e pane tostato vale l'esperienza. Inoltre, un piatto estivo e gustoso: il poke, ma rivisitato con ingredienti pugliesi. 


Quali sono i principi che ispirano la cucina dell'Open Cafè?
Dedichiamo la nostra attenzione ai prodotti locali, che cambiano insieme alle stagioni. Curiamo la scelta dell'olio, rigorosamente extravergine, e del vino, tutto made in Puglia. Sono convinta che bisogna lavorare per aiutare il proprio territorio anche attraverso le scelte fatte a tavola.


Open Cafè è anche sala da tè: com'è nata l'idea di introdurre questo elemento anglosassone nel vostro locale?
Io e mio marito abbiamo cercato una location che ci desse lo spazio per offrire ai nostri clienti un posto dove prendersi del tempo per se stessi, con la musica e il cibo giusti. Il momento del tè, una merenda lenta, con qualche biscotto e il calore della bevanda, è il simbolo di quel benessere che vogliamo offrire. La selezione di miscele è quella curata dal brand francese Kusmy Tea. Lo spazio, completamente ripensato e ristrutturato per essere reso ancora più confortevole, cambia con i mesi. Ad esempio, a Natale è un tripudio di alberi e lucine, proprio come a casa. 


Vino, birre, distillati: cosa si beve all'Open Cafè?
Abbiamo una selezione di gin, whisky e rum. Per chi si ferma a cena o per un pranzo veloce, si può scegliere anche tra birre nazionali. 

Cosa c'è per dolce?
Anche qui, la risposta è diversa a seconda dei momenti del giorno. Oltre alla cornetteria e biscotteria vegane, a colazione abbiamo la breakfast cake, tutte senza lattosio. Avvicinandosi alla vetrina si può scegliere tra ciambelle alla curcuma e crostate. A cena si fanno largo i semifreddi come il tiramisù, e la cheesecake.


C'è anche un banco per il gelato?
Sì, abbiamo voluto creare un corner dedicato agli amanti del gelato, con 12 gusti artigianali anche per gli intolleranti al lattosio.

Chi c'è in cucina? Com'è organizzata la tua brigata?
In cucina ci sono tre persone, guidate dallo chef Francesco Di Bitonto. Al banco c'è Sebastiano Lamacchia, un'istituzione di Open, un volto amico per moltissimi clienti. Rosa Zambetti e Vania Gallo sono nostri fidati collaboratori da sempre. Loro si occupano di accoglienza e sala. All’Open crediamo nel motto “le aziende sono fatte di persone”. 


Una delle caratteristiche principali dell'Open Cafè è la musica, al centro di molti eventi dal vivo. 
Sì, soprattutto di inverno creiamo una programmazione mensile, con gruppi live molto ricercati. Da noi non si esibiscono cover band. 

Secondo te i complimenti sono un bene o un male?
Quando mi fanno i complimenti per il nostro lavoro, penso sempre che sia un punto di partenza e non di arrivo, uno sprone per fare sempre meglio. 

Da imprenditrice, hai già nuovi progetti per il futuro?
Mio marito è il vero imprenditore. Lui ambisce a tanto, io invece mi affeziono alle cose, ai luoghi, alle persone. Abbiamo aperto Open Cafè da neofiti del settore. Spero che questo ci dia la possibilità di creare qualcosa di diverso, che abbia a che fare con ciò che mi piace di più di questo lavoro: far star bene gli altri. Magari un giorno apriremo un ristorante o un hotel...

Cosa c'è di unico nel tuo locale?
Il mio staff

Qual è la parola chiave del successo dell'Open Cafè?
Casa.

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scritto da:

Stefania Leo

Giornalista e appassionata di cibo, amo vedere e raccontare tutte le storie che si intrecciano in un piatto. Cucino, leggo e non mi fermo davanti a nessun ingrediente sconosciuto: è solo il punto di partenza per un nuovo viaggio gastronomico.

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