A Carassi c'è un pub di quartiere dove l'hamburger è rigorosamente all'italiana

Pubblicato il 24 luglio 2023

A Carassi c'è un pub di quartiere dove l'hamburger è rigorosamente all'italiana

Mi viene presentato come il “pub di quartiere“. Siamo a Carrassi, a uno o due minuti a piedi da Piazza Aldo Moro. Le aspettative abbastanza alte. Mi aspetto la sostanza, l’andare dritti al punto senza perdersi in molto fronzoli eccessivamente inutili, ma allo stesso tempo un locale con una punta pop, di tendenza e che piaccia un po’ tutti. Mi aspetto un menù che non sfoci nel banale.

Mi accomodo al bancone perché sono sempre un po’ “fichetta": mi piace curiosare ad essere più vicina possibile al backstage. Le 15 birre alla spina nascondono un po’ il traffico di Marco del suo team che, devo dire, hanno riservato un'accoglienza difficile da trovare. Qualche settimana prima mi aveva parlato della loro collaborazione con Birranova, la loro creazione al luppolo. La individuo, e non vedo l’ora di provarla.

Prima di arrivare alla loro creazione, mi viene servita una Beer Blanche, Domabianca Vertiga 4,4%. Una birra di frumento velata con note dolci: tipica della tradizione belga ma italiana (come tutto il resto). La scelta per la mia personale preferenza verte su questa birra che è un po’ più dolce. Ma se ti stai chiedendo se è più vicino alla categoria del “così dolce da fare schifo”, tranquillo non è il caso. Si lascia bere con facilità e mi dicono che sarà azzeccata per quello che andrò mangiare.



Una freschissima burattina, anzi due con altrettante fette di pane, abbondantemente condite. Artisticamente il piatto è sia bello da vedere che particolare da capire: vedo delle piccole pennellate possono ingannare lo sguardo: a prima vista sembra miele. Invece si tratta della loro personalissima "birra spalmabile", che ricorda il caramello ma con una punta tostata. 
L’occhio però non mi ha ingannato troppo, la consistenza è la stessa del miele. Riconosco qualcosa di dolce ma nulla interferisce con il resto della composizione. La mia curiosità mi ha portato ad assaggiare la riduzione da sola, in solitaria. Ci sta, ci sta tutta. Siamo solo all'antipasto, ed è audace sia per la quantità che per il gusto bello pieno e corposo. Questo mi fa tendere verso il pensiero di "Hop! come pub di sostanza che inizia forte, che non promette nulla senza poi mantenere". Qui riesco ad apprezzare il consiglio per la birra scelta, che si accompagna tranquillamente senza problemi, procedendo liscia senza particolari interruzioni. 


So di aver sbagliato. Di non essere stata molto professionale... ma devo necessariamente fare qualcosa che solitamente non si fa. Giudicare il piatto migliore della serata prima di averli provati tutti. Mi inchino al loro Burger: il pane proviene dalla loro ricetta ed è realizzato con farina di tipo 1 e di quelle sempre meno raffinate. "Meno raffinate" nel senso migliore del termine ma, se non siete del settore, difficilmente capireste. Saliamo la vetta con il burger, la sostanza, è il protagonista (anche se i condimenti meritino più di una menzione). La carne è succosa, non è stracotta (anche perché mi sono affidata al 100% senza neanche chiedere modifiche strane). L’hamburger in sé è calibrato e allo stesso tempo rimaneva "composto" sia nella forma che nel sapore. Nel concreto è un panino che non si sfalda, non fa un casino se lo addenti brutalmente...  ma la vera rivoluzione avviene in bocca. I criteri li rispetta tutti: c’è il croccante con fettine di mela verde, ce la “ciccia“ con la loro carne, c’è il fresco con un ciuffetto di valeriana, c'è l’abbraccio della crema, del canestrato di pecora e della loro commistione che tiene tutto bene incollato al croccantissimo panino artigianale. Le patatine fritte di contorno le ho praticamente rimosse: ipnotizzata, estasiata. Erano buone, ovviamente ma non ci ho fatto moltissimo caso.

Mi sarei dovuto fermare almeno sei o sette morsi prima, come si fa solitamente quando si va ad assaggiare un menù intero: sarei stata in grado di gustarmi il tutto con molta più calma, ma non ce l’ho fatta. 11 su 10: è da una vita come un panino non mi fai emozionare così.
Ma andiamo avanti. 


Ecco servita una cialda di mare, oppure chiamala come ti pare visto che ognuno ha la sua versione in giro per la Puglia: polpo, frutta e verdure. Mi è piaciuto partendo dal fondo, ovvero dalla radice del piatto. La freschezza viene piacevolmente interrotta da quel pizzico di sapidità che ci vuole. Il consiglio è quello di fare casino, tagliare i pezzettini di polpo, unire la mela, la patata, il pomodoro e il cetriolo e gustarsi un mix di tanti piccoli pezzetti. Ora che hai mischiato il tutto, aggiungi il tocco finale: versa lo schiuma di birra che hanno elegantemente disposto all’interno del piatto con un piccolo e carinissimo mini boccale. Forse non andava fatto, ma mischiare tutto senza regole ci sta. Provare per credere. 

Quello che viene servito come condimento finale è la schiuma della loro birra, e come detto prima... ero troppo curiosa di provarla. In maniera poco elegante avrei anche accettato di bere direttamente dal piccolo brick, come se fosse uno shottino. Ma Marco ha preferito fermarmi e farmi assaggiare la loro birra in maniera molto più professionale.

Si chiama Hop Dependent, dipendente da Hop. Un po’ autoreferenziale, ho pensato inizialmente, ma ci sta tutto, spiegherò più in là il perchè. Creata in collaborazione con altri "publican": Upper Wall, Brasserie d'Avril, Fermento, Terzo Tempo e Yeast. 
Ma il titolo è in linea con quello che senti dopo averla provata: mette d'accordo tutti perchè è leggera, si lascia bere tranquillamente ne vorresti sicuramente più di un bicchiere. 
Con tutto il rispetto e la coerenza della descrizione della birra iniziale, devo dire che questa qui l'ha sorpassata ad occhi chiusi. Ancor più leggera della prima, facilissima da prosciugare anche da sola senza cibo. Dolcino al punto giusto. Resta ben salda anche nel retrogusto senza appesantire.
D’altronde le migliori scoperte si fanno per caso, no? Era destino che la loro birra fosse l’ultima, a chiusura di una cena orientata sullo stupore di abbinamenti insoliti ma certamente collaudati.

Piccolo asterisco che unisce la bontà alla cura per il local; è doveroso spendere più di una parola sul loro menù che, in generale, e, soprattutto nella pratica, è locale italiano. Ed ecco che il bacon diventa pancetta tesa, il ketchup e la maionese vengono sostituiti da salse, la Tomahawk si trasforma nel suo fratello italiano, il maialino nero. L'american bun si trasforma in pane fatto con farine non raffinate. Hop! è locale anche nella scelta di salumi, accuratamente prodotti da allevamenti allo stato brado che vivono in foresta in libertà.


Chiudiamo in bellezza con un dessert vegano alle fragole fresche. I vegani non rimangono a bocca asciutta qui, ce n'è per loro dall’inizio alla fine della cena. Un semifreddo che in realtà è una nuvoletta sofficissima: sebbene il dolce sia completamente incentrato sulla fragola non è stucchevole. Con una cucchiaiata più generosa arrivo fino al fondo del barattolino di vetro e raggiungo la base è fatta con biscotti di cereali, ovviamente vegani. Qui il dolce c’è, lo sento poiché i biscotti sono sbriciolati e ricomposti con il caramello per rendere il tutto ancor più goloso.

Tornerò sicuramente da Marco non solo perché ha aperto le sue porte come se fossi una sua cliente storica, ma perché locali come questi riescono a fare la differenza nel marasma di posti che cercano di inseguire solamente la moda del momento senza dare un valore aggiunto al territorio. Ha un po' il cuore di Carrassi e l'alto livello di aspettativa del centro. Noi nostalgici del buon cibo che ha una storia da raccontare ti ringraziamo. Ne avevamo veramente bisogno.
Ad Maiora Hop!

Hop! - Via Gaetano Devitofrancesco 11, Bari. T: 0805560628

  • RECENSIONE
  • PUB
  • HAMBURGER

scritto da:

Federica Scaramuzzi

Sarà banale, ma adoro la pizza e i gattini del web. In compenso sono alla ricerca di locali insoliti e originali. Dalla Murgia alla Laguna.. sono cacciatrice ufficiale di hidden gems! Odio il piccante e adoro la pasta al forno barese (originale) di mia nonna Graziella.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Hop!

    Via Gaetano Devitofrancesco 11, Bari (BA)

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