I Minerva: da 52 anni la storia di un successo di famiglia

Pubblicato il 27 ottobre 2020

I Minerva: da 52 anni la storia di un successo di famiglia

A.A.A. Dal 26 ottobre la casa del caffè è aperta dalle 6 alle 18.

Ben 52 anni fa nonno Minerva metteva in piedi un piccolo bar con gelateria per ristorare la popolazione contadina di Canosa. Oggi questo locale ha molto da dire anche a cena e dopocena

«Cordialità, pulizia e dedizione»: è questa la ricetta segreta che nonno Minerva ha tramandato ai suoi figli e nipoti, che da tre generazioni guidano con mano ferma il centralissimo Casa del Caffè. Un locale dalle molte anime a due passi dalla straordinaria Cattedrale di San Sabino di Canosa di Puglia: la colazione, un pranzo veloce, un aperitivo ricco di finger food e snack caldi, l'American bar, la pasticceria fatta in casa e l'insospettabile e curatissimo momento cena. Checco Minerva, terza generazione alla guida della Casa del Caffè, spiega come si costruisce la storia di un successo di famiglia.

Come nasce La Casa del Caffè?
Tutto inizia 52 anni fa, grazie a mio nonno. All'inizio era una semplice caffetteria con gelateria. Poi il locale è passato a mio padre e ora a mio zio Luciano e a me, che sono la terza generazione dalla famiglia Minerva dietro questo bancone.

Da quando sei alla guida della Casa del Caffè hai fatto qualche cambiamento?
Sì, dal 2005 abbiamo iniziato ad aggiungere all'identità di questo locale storico due nuove anime: quella del bistrot e dell'American bar. Abbiamo cambiato gli arredi, avvicinandoci ad un look più moderno.

Il nome, Casa del Caffè, nasce dalla centralità della bevanda nella vita del locale. Da quando si inizia?
In passato, quando era mio nonno a guidare il bar, iniziavamo a servire caffè e colazioni già dalle 4:30 del mattino, per accogliere i primi contadini diretti in campagna. Ora abbiamo posticipato l'apertura mattutina, allungandoci di più verso sera. 


Che caffè si beve al tuo bancone?
Abbiamo un'unica miscela, quella proposta da Rosito, che ci accompagna da quando siamo nati. Prima era conosciuto come Caffè Bernini. Con l'amicizia che si era creata tra la nostra famiglia e quella a capo ancora oggi di Caffè Rosito, abbiamo deciso di entrare nel Ventunesimo secolo insieme. 

Tre cose da non perdere alla Casa Del Caffè.
Uno dei nostri hamburger, un'ottima carne oppure una delle nostre piadine. Da non perdere quella al nero di seppia, fatta con olio evo, calamari scottati e farciti con prosciutto e formaggio.


Dell'idea di nonno Minerva restano sia il caffè sia la pasticceria. Come nasce la produzione dei tuoi mignon?
La nostra pasticceria, che comprende i mignon ma anche torte e semifreddi, è prodotta in casa: se ne occupa il nostro pastry chef Rocco.


Parliamo dell'American bar: cosa funziona di più?
La moda del gin è esplosa anche qui da noi. Per questo abbiamo a disposizione circa 20 etichette e diversi tipi di toniche. Ormai la gente beve questo e noi siamo pronti a spegnere la loro sete.

Cosa non chiedere mai alla Casa del Caffè?
“Avete un menu dei cocktail?”. Siamo noi il menu!

Qual è la parola che secondo te identifica il successo della Casa del Caffè?
Cordialità, pulizia e dedizione.

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Stefania Leo

Giornalista e appassionata di cibo, amo vedere e raccontare tutte le storie che si intrecciano in un piatto. Cucino, leggo e non mi fermo davanti a nessun ingrediente sconosciuto: è solo il punto di partenza per un nuovo viaggio gastronomico.

IN QUESTO ARTICOLO
×