Rosarubra Zen

L’ambiente richiama le botti in cui il vino si trasforma, sottolineando il legame con la terra e con il territorio abruzzese. A guidare la cucina è lo chef Moreno d’Antuono, affiancato da uno staff con esperienze internazionali: Danilo, reduce da Tokyo, e Andrea, con un lungo percorso nella ristorazione londinese.

La filosofia culinaria di Rosarubra Zen si fonda su due parole chiave: ispirazione e contaminazione. Non ci sono etichette: carne, pesce e verdure convivono nello stesso piatto, come nelle animelle di vitello abbinate allo scampo crudo. Una cucina contemporanea che sperimenta, ma senza dimenticare i classici. Emblematico il tagliolino al tartufo, contaminato con ingredienti locali come il grano di Solina e il tartufo abruzzese.

Al centro c’è la qualità delle materie prime, scelte seguendo la stagionalità e la loro massima espressione di gusto. I fornitori sono principalmente locali e lo stesso chef partecipa alla selezione, come nel caso dei porcini raccolti a Montorio. Questa attenzione porta a un menù in costante evoluzione, rinnovato ogni due o tre mesi.

Fondamentale è anche il rapporto con i vini Rosarubra: d’Antuono utilizza etichette pregiate della cantina per esaltare i piatti, come nella guancia di manzo cotta nel vino Intimo. Non mancano percorsi di degustazione dedicati, che rafforzano l’integrazione tra cucina e cantina.

Il pubblico ha risposto con entusiasmo: in un anno Rosarubra Zen ha superato i 700 coperti settimanali, con una clientela trasversale dai giovani agli over 70. Il futuro guarda all’espansione: una nuova sala da 500 coperti e l’idea di una “catena Zen” all’estero, da Bruxelles alla Cina. Una cucina abruzzese contemporanea che parla al mondo.